di Marco Bisiach

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Di acqua color smeraldo ne è passata davvero tanta, nel letto dell’Isonzo, così come tante sono state le vendemmie regalate dai vigneti sulle colline affacciate sulla città. Cento, per l’esattezza, perché è passato esattamente un secolo da quel 9 marzo 1923 che vide nascere la Pro Gorizia in una sala al piano superiore del Caffè Adriatico di piazza Vittoria, ai piedi del Castello. Lì in tredici - Oreste Bradaschia, Giannino de Comelli, Giuseppe Fantuzzi, Oscar Fedon, Gigino Livellara, Emilio Medessi, Gino Merlo, Vittorio Paulin, Pietro Pedroni, Atto Retti Mersani, Mario Tiberio, Massimo Tuni e Teo Ventin – sottoscrissero l’atto costitutivo di quella che sarebbe diventata la squadra di calcio simbolo del capoluogo isontino, e tra le più ricche di storia del calcio regionale. Oggi, certo, tra i dilettanti e lontana dai riflettori che illuminano tra alterne vicende le formazioni degli altri tre capoluoghi del Friuli Venezia Giulia, ma in passato capace di regalare anche qualche soddisfazione tra i professionisti agli esigenti tifosi goriziani (per la verità più votati alla palla a spicchi piuttosto che a quella da football, anzi, da fussball per la Nizza austriaca), e di tenere a battesimo nomi e personaggi che hanno fatto poi breccia nel cuore degli appassionati di tutta Italia. Quello che nel nuovo millennio avrebbe dato il nome allo stadio biancoazzurro, Enzo Bearzot, su tutti.

Così oggi e da oggi è festa, a Gorizia sulla sponda Pro (perché poi le tante anime della città rispondono a sensibilità e colori differenti, lo si sa), e lo sarà per tutto un lungo anno che la società della Campagnuzza intende impreziosire con il passare dei mesi e delle settimane di iniziative e manifestazioni. Il gagliardetto celebrativo del secolo di vita è già pronto, verrà consegnato dal presidente Franco Bonanno al sindaco Rodolfo Ziberna durante la cerimonia per i Santi Patroni, che vedrà un riconoscimento anche alla Pro Gorizia. Poi arriveranno probabilmente una mostra di foto e cimeli, magari un libro, serate di gala e tornei. C’è tempo, perché adesso è soprattutto il momento di prendere un bel respiro e soffiare forte su cento candeline tutte assieme. Mica uno scherzo (non sono che poche decine le società sportive centenarie in tutta la regione), mica poche da spegnere senza un po’ d’emozione, un piccolo affanno, un pizzico di malinconia. Quella portata sempre dalla storia, dalle storie di un passato più o meno lontano.

Quelle della Pro Gorizia cominciano ovviamente in bianco e nero, nelle immagini della prima squadra (eccola nella foto storica in apertura) che venne allestita sotto la presidenza di Atto Retti Mersani. Il palcoscenico è quello dello storico stadio “Baiamonti” di San Rocco, che è stato anche il Campo del Littorio e oggi è diventato “Vizzari”. Gli esordi nell’allora Serie C nazionale, poi il salto in B, dove tra i biancoazzurri si distinse un talentuoso difensore. Stregherà l’Inter, che lo porterà via dall’Isonzo, entrerà nella storia del Toro, diventerà il simbolo di un’Italia intera. Il vecio, Enzo Bearzot. Ma il biancoazzurro, anche nella nuova casa della Campagnuzza, lo hanno vestito in tanti altri nomi noti, magari destinati a fare cose più grandi una volta appese le scarpette al chiodo: da Bruno Pizzul a Luigi Delneri. Ma da tecnico anche Edy Reja, goriziano doc che oggi brinda al compleanno della sua Pro dalla panchina della squadra gemella biancoazzurra d’oltreconfine, il Gorica.

Negli anni Ottanta le ultime emozioni tra i professionisti, poi nei Novanta la solida presenza in Interregionale, in Serie D, ed infine il fallimento dei primi anni Duemila, che da il là al momento più difficile di questo secolo di Pro Gorizia. La squadra conosce quasi tutte le categorie dei dilettanti, dall’Eccellenza alla Promozione, dalla Prima categoria alla Seconda, il punto più basso di una storia sportiva centenaria dal quale la società ha saputo via via risalire. Fino al presente, quello dell’Eccellenza e dell’ambizione di sognare la Serie D (seppur non quest’anno), e nuovi trofei. Quelli che luccicano nella sala dedicata della sede, nella pancia del “Bearzot”, non sono comunque pochi: tra loro la Coppa del campionato di Serie C 1942/1943, 1 campionato di Serie D (nel 1982), 2 di Eccellenza e 3 di Promozione. E poi la Coppa Italia Dilettanti del 1999 (quando fu Triplete in Friuli Venezia Giulia), le due Supercoppe regionali del ‘93 e ‘99, e la Supercoppa di Promozione del 2018.

Il successo più importante, però, resta sicuramente un altro. Ed è quello di queste ore. L’esserci ancora, un secolo dopo, e pur in modo diverso e in un mondo del tutto diverso continuare a riempire gli spalti dello stadio, dopo aver visto crescere sull’erba e con i colori biancoazzurri addosso generazioni di bambini, ragazzi, uomini innamorati del pallone. E della Pro Gorizia, alla quale oggi vanno gli applausi di tutto il mondo del calcio regionale, e naturalmente anche gli auguri della squadra di CalcioFvgLive. Cento di questi giorni, cara Pro.