Quando il Carnico abbraccia culture diverse. Oltre allo sport e mettiamoci anche la gastronomia, perché no! Questo è il racconto di chi, portato lontano dalla sua terra, abbraccia culture nuove.  Da Ribera  a Villa Santina ci sono 1675 chilometri di distanza per l’esattezza. Un lungo viaggio per arrivare in Carnia e portarsi dietro quei sapori, quelle tradizioni tipiche della Sicilia. Siamo in provincia di Agrigento ed è in questo ridente paesino che ha sede l’azienda agricola di Danilo Tortorici che con il padre e il fratello Marco la conduce. Un giorno, prendono la decisione di trasferirsi al Nord con un sogno nel cuore: aprire un negozio dove vendere i loro prodotti più rinomati: le arance, l’olio. Per far conoscere la loro terra. Ed è qui che tutto si fonde, perché il Carnico è anche questo e non solo sport. E’ amicizia, legami che si creano in campo e fuori, è conoscenza di altre culture. Raggiunto da me nel suo negozio, Danilo si racconta. Parla della sua passione, il calcio. Le giovanili a Ribera, fino alla prima squadra in Eccellenza. Poi si sposta a Sciacca e anche lì continua a giocare a calcio. Mette le radici, sposandosi. E ci rivela quanto sia dura e quanti sacrifici faccia ad abitare in Carnia e avere moglie e figli in Sicilia. Ma è un ragazzo deciso e lo fa volentieri. Come mettersi a disposizione nel Lauco, la sua nuova avventura carnica.

Da quanti anni vivi in Carnia e come ti sei trovato all’inizio e come va ora?

Abito in Carnia da 6 anni. L’inizio è stato un po’ difficile. La gente non ti conosce, ti guardano con un po’ di diffidenza. Poi ti abitui. Anche se la mancanza della famiglia si sente.

Il tuo rapporto con il calcio.

Sono un tifoso juventino fin da bambino. Ho giocato dalla categoria Pulcini fino alla prima squadra, in Eccellenza, con la squadra del mio paese, il Ribera. Nasco centrocampista, ma poi mi adatto in altri ruoli.

Cosa ne pensi del Carnico e come sei entrato in contatto con il Lauco?

Da quello che ho potuto vedere è un bel campionato, ho seguito soprattutto l’ultimo anno. Poi grazie all’amicizia con Gabriele Guariniello, mi ha fatto conoscere Lauco e ho voluto rimettermi in gioco. Avevo smesso dopo la rottura della caviglia quando giocavo a Sciacca. Ma ora sono pronto e vorrei dare una mano al Lauco.

Come vanno i primi allenamenti? Cosa ci puoi dire del gruppo?

I primi allenamenti, si sa, sono sempre difficili. Ma sono contento. Nasco centrocampista ma qua  giocherò in difesa. Ho trovato un bel gruppo, con tante belle persone come il Presidente Flavio Nogaro o i dirigenti Alessandro Cimenti e Stefano Deotto.  Il Mister Angelo Spiluttini mi sta facendo allenare tanto per ritrovare la forma. Voglio dare il mio contributo. Ce la sto mettendo tutta e sono molto felice di questa opportunità.

Quando l’amore per la propria terra, si incontra con una nuova realtà. Lasciarla non è mai facile. Ma poi quando arrivi in Carnia e conosci le persone, ci si abitua. E soprattutto si entra in contatto con il mondo del calcio Carnico e come lui tanti altri che lo conoscono e se ne innamorano. Il Carnico, un mondo che unisce sport, cultura e anche gastronomia. Da preservare!

Danilo Tortorici