di Francesco Vitturi

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Nel match della scorsa domenica tra San Luigi e Pro Gorizia l’arbitro Francesco Zannier, della sezione di Udine, ed i suoi assistenti hanno dovuto affrontare varie difficoltà nel riconoscere e punire i comportamenti scorretti o validare quelli rientranti nella norma.

La punizione che dà il vantaggio

Pronti via al 5° del primo tempo Gashi della Pro Gorizia viene steso sulla fascia destra da Caramelli, qui l’arbitro è ben posizionato e non necessita tempo per riflettere, il giocatore del San Luigi allunga troppo la gamba destra e l’avversario, che aveva allungato la palla pochi istanti prima, viene colpito sul piede.

L’arbitro non ammonisce Caramelli, sia perché la partita era iniziata da poco e impostare una guida così severa non fa parte del suo registro, come vedremo più avanti. Inoltre, forse addirittura più importante, c’è una genuinità nella ricerca del pallone e non dell’avversario quindi un cartellino sarebbe stata un’esagerazione.

Il quasi salvataggio

Il gol che regala il pareggio al San Luigi al 21° del primo tempo è parecchio discusso ma andiamo a vedere come mai. È necessario però fare una premessa in questo caso: le immagini sono da una prospettiva che purtroppo non ci può donare la certezza della validità del goal, ma analizziamo comunque cosa succede. Innanzitutto tutto parte da Del Piero che, ricevuto il pallone, libera un tiro molto forte verso alla porta difesa da Bruno, il portiere in volo devia il pallone che però arriva a disposizione di German, l’attaccante biancoverde stacca di testa verso la porta.

Quello che creerà il dubbio però è l’intervento di Piscopo, che arriva sul pallone alzando la gamba. Quello che ci porta a dare ragione al direttore di gara è la posizione: Piscopo ha il piede d’appoggio che rasenta la linea di porta e quello che tende per arrivare sul pallone va ovviamente verso l’interno della porta e pare che ci entri. Un’altra conferma della scelta arbitrale può avvenire grazie alla posizione del direttore di gara, si trova con la visuale libera, a differenza nostra. Per concludere, e qui è necessario un occhio di falco: il pallone nel secondo frame con indicazioni, segnalato dal piccolo cerchio rosso nella porta, sembra palleggiare all’interno della linea.

Il rigore negato

Al 43° si trova un episodio molto complesso da analizzare. Dopo un ottimo passaggio, Mazzoleni riesce a stoppare il pallone ma se lo allunga quel che basta per far tentare un intervento a Maria, difensore della Pro Gorizia.

A prima vista sembra un chiaro rigore per il San Luigi ma riguardando più volte l’episodio si nota che la situazione non è così semplice come pare: difatti il piede di Maria passa rasoterra sul campo mentre è Mazzoleni quello che alza la gamba per iniziare la falcata, quindi potrebbe essere addirittura un fallo in attacco.

Un altro particolare che sembra confermare la tesi è l’ordine con cui vengono alzate le gambe dei due contendenti: Mazzoleni è il primo a sollevare il piede mentre Maria aumenta il peso sulla gamba destra, si fosse trattato di un pestone il biancoverde sarebbe stato impossibilitato ad alzare il piede.

Non si dovesse trattare di uno “step on foot”, il contatto sarebbe tra l’esterno del piede di Maria e quello di Mazzoleni, successivamente anche tra le gambe dei due giocatori. Per concludere: si tratta di un episodio particolarmente dubbio dove un arbitro, al quale è richiesta una certa velocità nella risposta, si trova in difficoltà. Dal nostro punto di vista è giusto non fischiare per un episodio così dubbio, assegnando un rigore per un fallo che si posiziona in una zona grigia; Maria è scagionato anche per le definizioni di infrazione nel regolamento: non interviene con negligenza o imprudenza, tanto meno vigoria sproporzionata.

Il rigore fischiato

Arriviamo al 32° del secondo tempo, dove viene assegnato il rigore che permetterà al San Luigi di vincere il match. Il contatto in area avviene tra Di Lenardo e Gambino, il biancoverde arriva dopo una cavalcata, dribbla il primo avversario e Gambino pur di fermarlo gli frana addosso, mettendo la gamba davanti a quella del giocatore del San Luigi. Inoltre sfrutta anche il braccio sul petto per fermarlo, l’arbitro era molto vicino ed aveva la visuale libera. Riguardandolo più volte la tesi del direttore di gara Zannier viene confermata.