Le dimissioni irrevocabili di Cosimo Sibilia da presidente della Lega Nazionale Dilettanti portano di nuovo alla luce del sole le difficoltà soprattutto relazionali che stanno vessando l’ente di piazzale Flaminio e le varie sedi territoriali. Ancora una volta, il Governo del Calcio Dilettanti si ritrova senza una regia efficace, senza una guida che abbia un mandato chiaro e incontrovertibile.
Il recente passo indietro di Cosimo Sibilia non è un fulmine a ciel sereno. Nella lettera che ha scritto (e che pubblichiamo in calce), il presidente dimissionario spiega chiaramente la sua posizione ufficiale: l’azione dei falchi tiratori che avrebbero votato in contrasto con il mandato conferito a Sibilia in occasione dell’elezione del Presidente della FederCalcio il 22 febbraio 2021 (Gabriele Gravina ha avuto il 73,45% dei voti, Sibilia si è fermato al 26,25%) aveva, di fatto, già delegittimato Sibilia, dal momento che i numeri espressi dall’urna della FIGC avevano fatto intendere che più di qualcuno, tra i votanti in quota LND, avevano preferito parteggiare per Gabriele Gravina, invece che Cosimo Sibilia, indebolito dallo sviluppo della situazione. Quest’ultimo, onorando il proprio senso di responsabilità, ha portato la nave LND in acque più tranquille, assorbendo anche l’emergenza determinata dalla pandemia da Covid, ha fatto partire la nuova stagione agonistica 2021/22 e ha gestito il bilancio economico della LND che, a quanto pare, è più positivo di quello che si pensasse. Poi si è dimesso.
Oggi, il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti dovrebbe approvare ufficialmente quel bilancio, inteso come consuntivo della stagione sportiva 2020/21, che certifica la “riduzione del deficit della LND di oltre 700mila Euro”. Gli esiti della riunione del Consiglio rappresenteranno la cartina di tornasole della situazione in seno al Governo del Calcio Dilettanti italiano.
In un momento di (complicata) ripartenza della macchina dopo la devastante stagione “griffata Covid”, quando ancora l’onda lunga della pandemia perpetra i suoi effetti, le dimissioni del Presidente generano una confusione della quale avremmo fatto a meno. Soprattutto, rischiano di oscurare i benefici del buon lavoro svolto da coloro che si sono impegnati, con costanza e passione, per proseguire l’attività a livello locale.
I numeri, espressi negli ultimi mesi, che esprimono bene la contrazione di tesseramenti, specie nei settori giovanili, preoccupano più del deficit dell’Ente.
Giova ricordare che, a febbraio 2021, Cosimo Sibilia era stato eletto Presidente della Lega Nazionale Dilettanti con l’87% delle preferenze, dopo che nel 2017 aveva ricevuto l’unanimità dei consensi della platea elettiva.
Oggi, manca una figura che possa unire il mondo del Calcio Dilettanti in maniera così chiara. E, se vogliamo, questa situazione riflette le incertezze emerse a livello nazionale sulla gestione complessiva dello Sport, con il depauperamento delle competenze del CONI, l’assenza di un vero e proprio Ministro (anche se è innegabile che Valentina Vezzali stia lavorando parecchio nel suo ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega allo Sport).
Buffo e quasi kafkiano che tutto ciò avvenga in uno degli anni più vincenti della storia dello Sport italiano, capace di primeggiare ovunque, tanto in àmbito olimpico, quanto in àmbito professionistico, in molteplici discipline, individuali e di squadra, calcio compreso.
La lettera aperta di Cosimo Sibilia
Care amiche ed amici Dirigenti delle Società, tesserati tutti,
ritengo doveroso rivolgermi direttamente a Voi che costituite il grande mondo del calcio dilettantistico e giovanile del nostro Paese.
Che, sia detto senza tema di smentite, non "rappresentate" ma "siete" la Lega Nazionale Dilettanti.
Ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente della L.N.D. con effetto immediato.
Voi tutti, nel Gennaio del 2017, mi avete dato la grande gioia e l'onore di essere eletto, grazie al voto della totalità dei Delegati Assembleari, all'unanimità degli aventi diritto al voto.
In quel momento la Lega Nazionale Dilettanti attraversava un momento di grande difficoltà, sia per il decremento delle Società e dei tesserati, sia per la situazione economica.
Nel quadriennio che è seguito, grazie ad una oculata gestione e, soprattutto, ad iniziative che hanno favorito lo sviluppo dell'attività sul territorio, siamo riusciti ad invertire la tendenza negativa, fermando l'emorragia di Società e tesserati ed a mettere la Lega Nazionale Dilettanti in una situazione di grande tranquillità dal punto di vista economico e finanziario.
Nel Gennaio di questo anno, inoltre, con il voto di quasi l'87% dei Delegati Collettivi, avete inteso non solo rinnovarmi la Vostra fiducia ma avete chiesto che, nell'interesse della stessa Lega, presentassi la mia candidatura a Presidente della F.I.G.C.
Con spirito di servizio, pur risultando chiaro che gli impegni precedentemente assunti non sarebbero stati rispettati e che, di conseguenza, si sarebbero formate maggioranze diverse, ho coerentemente presentato, nel rispetto del mandato ricevuto, la mia candidatura.
E di ciò ne vado fiero, perché non bisogna pensare alle cariche che si ricoprono come momento di glorificazione personale ma come "servizio" per gli altri.
Ho dunque ritenuto giusto, corretto e coerente, pur nella consapevolezza di un risultato negativo, rispettare l'impegno che conseguiva al mandato ricevuto dai Delegati collettivi della Lega Nazionale Dilettanti.
E per questo potrò sempre camminare a testa alta, guardando negli occhi e stringendo la mano ad ognuno di Voi.
All'esito di quel risultato, tuttavia, soprattutto perché nell'ambito della stessa Lega Dilettanti si sono posti in essere, da parte di taluni, comportamenti che, complice il segreto dell'urna, sono andati in contrasto con il formale mandato che mi era stato conferito, avrei voluto rassegnare le mie dimissioni.
Ancora una volta, però, ha doverosamente - almeno nella mia visione della vita e dei rapporti con le persone, come del resto sta a testimoniare il mio percorso non solo sportivo - prevalso lo spirito di servizio, la voglia di accompagnare la Lega Nazionale Dilettanti e l'intero movimento calcistico nel momento più difficile che la storia, purtroppo non solo sportiva, del nostro Paese ha conosciuto dal dopoguerra.
Lasciare l'incarico nel pieno dell'emergenza pandemica, quando i Campionati e l'attività di rilievo nazionale, tra le mille difficoltà che Voi tutti avete vissuto, doveva essere portata a termine, sarebbe sembrata, almeno ai miei occhi, come una vera e propria diserzione.
Ho dunque atteso la conclusione della stagione sportiva, l'inizio di questa nuova con l'avvio dei campionati, per potermi ritenere finalmente libero di comunicare il mio pensiero.
Rassegno le mie irrevocabili dimissioni alla vigilia di un appuntamento che per certi versi dovrebbe apparire un atto "formale" ma che, tuttavia, forzatamente, per volontà di terzi, potrebbe avere una rilevanza diversa.
Era infatti indetta, per dopodomani, 28 Ottobre prossimo, una riunione del Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti nell'ambito del quale si doveva procedere all'approvazione del Bilancio consuntivo relativo alla stagione sportiva 2020/2021.
Un Bilancio che, come ho potuto evidenziare nella Relazione illustrativa, può, senza tema di· smentite, definirsi "straordinario" perché tale è stato l'ultimo anno che abbiamo vissuto.
Un Bilancio, tuttavia, che nonostante le grandissime difficoltà economiche derivanti dalla mancata attività a livello territoriale, si chiude con una perdita di gran lunga inferiore a quella preventivata ed interamente assorbita grazie ai risparmi realizzati negli anni precedenti.
Perdita che, nel documento programmatico, era stata approvata all'unanimità dal Consiglio Direttivo, Organo deliberante che, coerentemente con il voto precedente, dovrebbe non solo approvare il consuntivo ma esprimere apprezzamento per essere stato ridotto, rispetto alla previsione, il deficit di oltre 700mila Euro.
Questo, come appare ovvio, sarebbe dovuto accadere se tutti avessero avuto comportamenti coerenti, lineari, esprimendo valutazioni "nel merito" e scevre da posizioni pretestuose ed eterodirette.
Come è stato anticipato da alcuni organi di informazione che mostrano di godere del privilegio di "fonti" dirette, sembra che - su esplicita richiesta di terzi, poco inclini evidentemente alle dinamiche democratiche che prevedono anche il dissenso e non solo l'adulazione - contrariamente alla coerenza, all'interesse complessivo della Lega Nazionale Dilettanti e del movimento calcistico, una buona parte del Consiglio Direttivo non avrebbe voluto approvare il Bilancio.
La sola ipotesi che una simile vergogna potesse accadere mi impone, ancora una volta privilegiando l'interesse della Lega Nazionale Dilettanti rispetto a quello personale, di farmi da parte, così favorendo le condizioni perché un "atto dovuto" non venga barattato con il mercato delle aspirazioni carrieriste.
Quanto a me, credo che il rassegnare le dimissioni costituisca la giusta conclusione di un percorso che mi ha visto privilegiare sempre dignità, correttezza, responsabilità e soprattutto onestà.
Rifugiandomi nelle parole di un grande scrittore come Gabriel Garcia Marquez convintamente, perciò, faccio mia la frase "Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo".
A tutti Voi gli auguri delle migliori fortune sportive e nella vita.
Cosimo Sibilia