di MASSIMO DI CENTA

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Tanto genio e quanto basta di sregolatezza per collocare Tommaso Napoli, fuori quota 2004 dell’Union Martignacco, tra i cosiddetti giocatori atipici. Il ruolo? E come si fa a dare un ruolo ben preciso a quelli come lui. Trequartista, centrocampista, punta, mezza punta? E chi lo sa, Tommaso è un po' di tutto. Lo è sempre stato, fin da quando, piccolissimo (aveva 4 anni) ha iniziato a giocare con l’Union Martignacco, il cui campo è praticamente attaccato alla casa dove abita. Che fosse un elemento difficile da inquadrare tatticamente lo avevano capito bene Massimo Di Monte e Aaron Del Mestre, due allenatori delle giovanile che lo lasciavano libero di esprimere il suo calcio, senza chiedergli sacrifici tattici. Del resto, i giocatori così li devi prendere per quello che sono, ben sapendo magari che nel corso di una partita possono anche prendersi delle pause per poi magari tirarti fuori la giocata che risulta decisiva. E lo ha capito anche Devid Trangoni, il tecnico della prima squadra, che ci sta lavorando per disciplinarlo e fare in modo che rispetti gli equilibri necessari alla coralità della manovra. Tommaso è sempre stato all’Union Martignacco, salvo una parentesi con l’Udinese under 15. Fra le sue doti migliori, va sottolineataun eccellente tecnica individuale: col piede destro fa quello che vuole, mentre il sinistro è da migliorare. Il tiro da fuori, il dribbling nello stretto e l’imbucata per il compagno sono specialità della casa, mentre deve migliorare nella capacità di stare “dentro” alla partita anche a livello mentale. Non è un gigante e questo nel calcio attuale che esige fisicità può essere un limite, ma la storia del calcio ci ha insegnato che spesso i grandi giocatori preferiscono far cantare i piedi che esibire muscoli. Sarebbe il giocatore ideale per il calcio a 5 e questo lo aveva capito anche papà Antonio che ha avuto un buon passato proprio nel calcetto. Lui però preferisce il calcio a 11 e dopo ave provato a frequentare le palestre e calciato palloni a rimbalzo controllato, ha preferito i campi verdi. Il papà lo segue sempre ed anche mamma Barbara è spesso presente alle sue partite. Un po' meno il fratello Andrea, che ha giocato a basket. Tifoso milanista, non poteva che scegliere Brahim Diaz, come modello da seguire, anche se il suo preferito in assoluto rimane Paulo Dybala: giocatori che vede molto vicino al suo modo di giocare. Sta frequentando l’Istituto “Zanon” di Udine, indirizzo di relazioni internazionali e marketing, ma di questa scelta non è proprio tanto convinto, anche se ormai, vicino all’esame di maturità, si prenderà il suo bel diploma. Il futuro? Il futuro è un sogno, un sogno americano: vorrebbe andare infatti negli Stati Uniti, a proseguire gli studi e continuare a giocare, in quel calcio a stelle e strisce più attento forse allo spettacolo che alle alchimie tattiche ...