Per gli addetti ai lavori è uno dei fuori quota più forti del campionato d’Eccellenza: basterebbe questo come biglietto da visita per presentare Mattia Alessio (20 anni compiuti nel giugno scorso) centrocampista del Brian Lignano. Il ragazzo vive a Savorgnano e diciamo che i viaggi che deve sobbarcarsi per andare ad allenarsi e a giocare non è propriamente una passeggiata, tra Lignano (Pordenone permettendo) e Precenicco. Per fortuna può condividerli con i suoi compagni Cudicio e Bonilla altrimenti il sacrificio sarebbe ancora più grande.

Mattia inizia a giocare nella squadra del suo paese, la Savorgnanese, poi passaggi al Tricesimo, Ancona, Flaibano ed infine il Brian Lignano. Già dai primi calci lascia intravedere le sue qualità: spicca subito la grande padronanza tecnica, il modo di trattare la palla, la capacità di mettersi al servizio della squadra. Lui stesso afferma che preferisce fare un assist ad un compagno piuttosto che un gol: un modo di interpretare il calcio nella sua essenza, un gioco di squadra dove ognuno deve essere al servizio degli altri. Il suo ruolo naturale è quello di agire alle spalle delle punte, da trequartista, ma riesce comunque a disimpegnarsi anche sull’out. Nonostante un fisico filiforme non teme i contatti fisici, anche perché ha i tempi di gioco giusti, preferendo il tocco di prima e la circolazione veloce della palla. Calcia indifferentemente di destro e sinistro ed anche nel gioco aereo sa far valere per scelta di tempo e capacità di stacco. Dove invece può ampliare i margini di miglioramento è nei tempi di inserimento verso la porta avversaria e nella ricerca di una maggiore determinazione sotto misura, dove la sua qualità potrebbe essere un fattore. Di questo ragazzo colpisce poi la tranquillità che dimostra in campo: si vede che gioca con la testa libera, quasi divertendosi.

Avendo iniziato a giocare molto presto ha avuto molti allenatori e tutti, secondo lui, hanno contribuito alla sua maturazione. Ma per tre di loro ha parole speciali: il primo è Sandro De Sabata, quello che prima di tutti gli ha fatto capire il senso del calcio, dandogli quell’impronta che si sarebbe rivelata decisiva per il suo modo di giocare. Il secondo è Roberto Peressoni che ai tempi del Flaibano lo portò ad esordire, giovanissimo, in prima squadra, facendogli sentire tutta la sua fiducia. Infine Luigino Sandrin, attuale tecnico del Brian: Mattia ha confessato di avere scelto il Brian proprio per lui, per il modo che il tecnico ha di interpretare il calcio, sempre propositivo. Di Sandrin dice che è uno che pretende molto dai giocatori, come è giusto che sia quando si gioca in Eccellenza.

Non ha un giocatore al quale volersi ispirare, ma stravede per due giocatori. Uno è Messi (fin troppo facile, verrebbe da dire) e l’altro è Alexis Sanchez, ammirato con la maglia dell’Udinese quando era ancora un bambino.

In famiglia non hanno mai contrastato questa sua grande passione: papà Mauro lo ha sempre accompagnato ad allenamenti e partite e la stessa cosa ha fatto con l’altro figlio, Davide, che gioca nelle giovanili della Tarcentina. Mamma Cristina, impegnata nella sua attività di ristorazione, non sempre può seguire le vicende dei figli di persona, ma si informa sulla loro attività. E proprio nel locale della madre, Mattia va spesso a dare una mano dopo aver terminato gli studi all’Istituto Tecnico “Marinoni” lo scorso anno.