di MASSIMO DI CENTA

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Davide Pivetta, centrocampista del Torre, maggiorenne dall’aprile dello scorso anno, è il classico prodotto a chilometri zero: ha infatti iniziato a giocare nella compagine viola dall’età di cinque anni e dopo la consueta trafila del settore giovanile è approdato, lo scorso anno, in prima squadra. Ha passato anche momenti difficili, periodi in cui vedeva poco il campo. Poi, la fiducia di due allenatori, Matteo Grolla e Alban Badroja (che Davide ricorda con molto affetto), gli ha restituito la voglia di giocare e di migliorarsi. La stessa fiducia che ha riposto in lui Michele Giordano che da quando lo ha voluto in prima squadra gli ha affidato il ruolo di centrocampista centrale, dandogli la grossa responsabilità di dover agire in una zona di campo di solito riservata a gente più esperta. I fatti stanno dimostrando che il mister del Torre ci ha visto bene, perché Davide si sta rivelando giocatore affidabile e padrone del ruolo. L’uso di entrambi i piedi (anche discretamente buoni) gli permette di poter indirizzare il gioco sia a destra che a sinistra. Alle doti tecniche sa abbinare resistenza allo sforzo e continuità di rendimento. C’è qualcosa da migliorare sotto l’aspetto della cattiveria agonistica, ma il tempo, in tal senso, lavora per lui. Fisicamente è ben strutturato con i suoi 68 chili distribuiti in 176 centimetri di altezza. La passione per il calcio gli stata trasmessa da un cugino di cinque anni più vecchio di lui, vale a dire Alberto Targhetta, anche lui giocatore del Torre, che lo portava al campo quando era ancora poco più di un bambino. Papà Stefano, invece, a pallone non ha mai giocato, ma non si è mai perso una partita del figlio, mentre mamma Michela lo segue più di rado e solo quando il Torre gioca in casa. Tifoso tiepido dell’Inter ha due giocatori di riferimento: Modric e Gavi, centrocampista del Barcellona che ha la sua stessa età: di loro gli piace il modo di interpretare il ruolo. Il suo sogno è fare il calciatore di professione anche se sa che la strada è difficile, ma giustamente, alla sua età, sognare è più che lecito e per questo non si pone limiti. Nel frattempo gli obiettivi più immediati sono una maturità da conseguire a giugno (studia economia aziendale all’Istituto Tecnico “Mattiussi” di Pordenone) e provare ad arrivare ai play off con il Torre. Lui ci spera perché il gruppo squadra è unito. La squadra ha un’età media molto bassa e proprio per questo a volte ha buttato via punti che avrebbero fatto comodo per avere una classifica più ambiziosa. Ma manca tutto un girone e sperare non costa davvero nulla.