di MASSIMO DI CENTA

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Tra i tanti giovani che l’Ancona Lumignacco di Luca Lugnan sta mettendo in mostra, un posto di rilievo spetta ad Alessio Stefanutti. Maggiorenne da aprile, il ragazzo è il classico giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere, sia per la grande duttilità, sia per la continua voglia di applicarsi per migliorare. Alessio può rivestire moltissimi ruoli: lo abbiamo visto trequartista, esterno alto e addirittura esterno basso, come nella partita che la sua squadra ha giocato e perso sabato scorso con l’Unione Basso Friuli. Nonostante la sconfitta lui è stato uno dei migliori dei suoi, limitando di molto il suo avversario e non facendo mancare il suo apporto anche in fase di costruzione. Le sue caratteristiche migliori sono la “cattiveria” in fase difensiva, la rapidità nei primi passi e i giusti tempi di inserimenti che fin qui non hanno favorito molte realizzazioni ma spesso, con le sue incursioni, ha saputo offrire assist ai compagni. L’uso di entrambi i piedi ed una già spiccata disciplina tattica ne fanno un giocatore di sicuro affidamento. Qualcosa da migliorare, naturalmente, c’è, come raffinare la precisione nei passaggi e nel tiro, cose che cerca di migliorare con allenamenti specifici. Il suo riferimento calcistico è Tonali e bisogna dire che (con le dovute proporzioni) per certi versi ne ricorda il modo di interpretare il ruolo.
La carriera di Alessio ha preso l’avvio con la maglia della Reanese, prima dell’approdo al Donatello e all’Udine United. Con la maglia della società udinese ha subito un brutto infortunio che lo ha lasciato lontano dai campi per ben 9 mesi.
Una breve tappa a Fagagna, nel 2019, poi il passaggio all’Ancona Lumignacco. Per il suo modo di interpretare il calcio si dice molto riconoscente a Igor Bric, per quella voglia di pallone che è riuscito a trasmettergli e per averlo spronato continuamente, lavorando anche sul piano psicologico.
Il calcio in famiglia è di casa: il papà Maurizio è stato un arbitro di assoluto livello nei quadri regionali dell’AIA ed ora che ha appeso il fischietto lo segue ad ogni partita, dispensando consigli e critiche costruttive. Mamma Katia, invece, di pallone non capisce molto (stando a quanto dice Alessio), ma è brava a cogliere gli stati d’animo del figlio.
Il futuro sembra al momento pianificato: terminati gli studi all’Istituto commerciale “Stringher” ha in mente di diventare fisioterapista, sempre che il calcio non diventi qualcosa di importante, perché, come dice lui, si punta sempre al livello più alto.