Anche Alessio Kanapari, 20 anni compiuti lo scorso ottobre, centrocampista della Virtus Corno, fa parte di quella schiera di giocatori che ogni allenatore vorrebbe avere: la duttilità tattica, infatti, è una dote sempre più ricercata dai mister e Alessio di duttilità ne ha da vendere, in quanto sa adattarsi a giocare da interno, da trequartista e sulla fascia. Ma questo non deve far pensare che non sia né carne né pesce, perché sa ricoprire tutte le posizioni offrendo sempre lo stesso rendimento per l’abilità di sapersi destreggiare sia nella fase difensiva che in quella di costruzione è una delle sue caratteristiche principali. Il fisico compatto (1 metro e 70 per 65 chili di peso) gli permette di mettere al servizio della squadra la rapidità che serve nella zona centrale del campo, accompagnata dalla facilità con la quale sa saltare l’avversario nell’uno contro uno usando indifferentemente il piede destro e il sinistro, anche se su quest’ultimo sta lavorando per migliorarne la sensibilità. Nel gioco aereo sa farsi valere perché sopperisce alla statura con un’ottima scelta di tempo. Dove invece dovrà allenarsi è nella capacità di fare gol: e questo per Alessio è un cruccio, anche se è sempre in grado di fornire assist per i compagni. Il gol forse, gli manca, anche perché all’inizio della sua carriera era partito come attaccante. Ed infatti suoi idoli sono Filippo Inzaghi (anche per questioni di tifo milanista …) e Neymar: la sintesi perfetta per un attaccante, il riassunto perfetto del fiuto del gol dell’italiano accoppiato all’estro, al genio e alla tecnica del brasiliano.

La carriera di Alessio inizia molto presto nelle fila del Centro Sedia: va al campo che ancora non va a scuola e nella squadra di San Giovanni al Natisone si ferma fino ai 10 anni, per poi approdare alla Virtus Corno, dove si fa tutta la trafila dagli Esordienti alla prima squadra. In questi anni conosce i due allenatori che, a suo modo di vedere, hanno maggiormente inciso nella sua formazione calcistica: il primo è Giovanni Borzì, uno che lavorava soprattutto sulla tecnica e sul coinvolgimento a livello di concentrazione. Il secondo è Andrea Zanuttig, che dopo aver visto un allenamento degli Allievi della Virtus, decise di convocare il ragazzo in prima squadra e da quella convocazione Alessio non fece più ritorno negli Allievi. L’esordio coi grandi a 16 anni e 4 mesi, davvero niente male.

In prima squadra ha avuto la fortuna di trovare compagni come i fratelli Tomada e Gashi, sempre pronti a spronarlo e a pretendere da lui in allenamento la stessa intensità del clima gara, una palestra importante insomma, per un ragazzo con tanta voglia di imparare e la giusta umiltà per potersi migliorare,.

Papà Astrit e mamma Adelina non hanno mai contrasto la sua grande passione per il calcio ed anzi lo hanno sempre incoraggiato, diventando tifosi del figlio, del quale raramente si perdono una partita, mentre la passione sportiva delle due sorelle, Aurora e Ajsi, si è orientata sul pattinaggio.

Anche Alessio sta vivendo con molta sofferenza questo periodo di calcio non giocato, lui che arrivava al campo un’ora prima dell’allenamento e mentre aspettava i compagni curava la tecnica individuale con esercizi mirati e tanto muretto, strumento non più di moda eppure utilissimo per migliorare controllo del pallone e sensibilità di tocco.

Dopo il calcio, un’altra sua grande passione è la meccanica: e infatti, lavora come montatore meccanico ed è iscritto alla facoltà di ingegneria meccanica all’Università di Udine.