di MASSIMO DI CENTA

Riproduzione vietata©

A guardarlo, nella foto scattata al termine della vittoriosa partita di Gemona, si stenta a dare 19 anni (compiuti lo scorso gennaio) ad Abdul Wahab Bayre, centrocampista del Casarsa. Dopo averlo visto giocare con la sicurezza di un veterano, insomma, non ti aspetteresti quella faccia da bambino. Ecco, quello che colpisce di più, in lui, è la personalità, la grande abilità tattica che lo aiuta a dare equilibrio al settore centrale della squadra di Pagnucco, al quale sa assicurare un buon apporto tecnico, con l’uso indifferente di entrambi i piedi, ed anche agonistico, per il dinamismo e le generosità che di certo non gli fanno difetto.
Quando saprà regolare il timing d’inserimento e una maggiore freddezza sotto porta, potremo dire di essere di fronte ad un giocatore completo. “Aba” (così lo chiamano tutti) è nato in Italia, dove il papà, Moustapha, era arrivato dal Burkina Faso in cerca di lavoro, seguito, qualche anno, dopo dalla moglie Hadigueto. Il calcio e lo sport più in generale, sono la grande passione di famiglia: il papà poteva diventare un calciatore di buon livello, ma un infortunio ha posto fine alla carriera, ma non alla passione, trasmessa direttamente ai figli. Oltre ad “Aba” c’è da tenere d’occhio anche Saaed, un 2009 già nelle giovanili del Casarsa. La figlia Awa, invece, gioca a pallavolo, mentre l’ultimo nato Ousman ha solo due anni e vedremo se seguirà le orme dei fratelli. La carriera del ragazzo inizia nello Spilimbergo, paese di residenza, da dove
poi c’è il passaggio all’Udinese, dove rimane per 4 anni. In questo periodo partecipa ad un torneo internazionale in Ungheria, un’esperienza che lui stesso definisce indimenticabile, per la possibilità di confrontarsi con scuole calcistiche di altri paesi. Dopo gli anni in bianconero, ecco l’arrivo a Casarsa, dove in poco tempo si guadagna subito il posto in prima squadra. Alla sua maturazione calcistica, ha contribuito in maniera decisiva Stefano Dorigo, allora allenatore dei gialloverdi, che ha subito voluto puntare su di lui, intuendone le potenzialità. Tifoso del Milan, “Aba” sceglie però Kanté, del Chelsea, come suo idolo e punto di riferimento, anche in
considerazione del modo di giocare che per certi versi è simile al suo. Alla vigilia dello scontro diretto col Tolmezzo di domenica prossima, si dice molto fiducioso e non ha perso la speranza di poter puntare al primo posto, anche se rimpiange alcuni punti persi banalmente durante la stagione che hanno determinato il distacco attuale tra ledue squadre. “Ci sono ancora tante partite – ha detto – e finché la matematica non darà il suo verdetto, noi non ci arrendiamo”.Per quanto riguarda ciò che non è calcio, sta frequentando l’ultimo anno all’Istituto “Sarpi” di San Vito e non ha ancora un’idea precisa su cosa farà dopo il diploma, anche se sembra orientato a cercarsi un lavoro. E poi c’è un sogno, anzi, “il” sogno che è davvero qualcosa di
affascinante e impegnativo: seguire le orme di Kantè e giocare in Premier League. Un sogno, appunto, ma alla sua età sognare è lecito, ci mancherebbe. E allora, in bocca al lupo “Aba”!