Erano passate da poco le 20 in quella serata del 29 giugno 2000. Tu sei incollato davanti alla tv a soffrire per quella semifinale del Campionato Europeo. L’Italia contro i padroni di casa dell’Olanda. La serata in cui tutto cambia per te. Hai 8 anni e vedi questo marcantonio di quasi 2 metri che vola da tutte le parti per evitare i gol. E nell’arco dei 120 minuti si erige fino a diventare eroe nazionale. Parando ben 3 rigori in totale sui 5 calciati tra partita e lotteria ai rigori. L’eroe era Francesco Toldo. E tu ne rimani talmente estasiato che da quella sera, dentro di te hai preso una decisione. Diventare come quel gigante e difendere i pali delle porte. Tutti sognano di diventare un grande attaccante. Tu invece no. Sogni di fare il portiere fin da bambino. Difendere i pali ed evitare i gol. Talmente grande quella passione che la porti avanti e scambi maglie e guanti con altri collezionisti in tutta Europa. Questa è la storia di Samuele Damiani, classe 1992, portiere da sempre. Nato e cresciuto nella società dell’ASD Villa Santina, con cui alza una Coppa Carnia in quella magica notte di metà agosto a Pesariis. Poi ottiene una promozione a Verzegnis e sfiora la Coppa di Categoria con la sua ultima squadra, il Bordano. Ora nuova avventura per lui, nell’Ardita dove porta il suo entusiasmo e la sua voglia di proteggere ancora la porta e regalarsi nuove soddisfazioni. Ecco a voi, Samuele Damiani.
Come mai la scelta dell’Ardita? Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
“Ho scelto l’Ardita perché Maurizio Romanin (l’allenatore, ndr), mi aveva già cercato diverse volte e facendo una chiacchierata assieme, mi ha convinto a far parte della squadra. Poi mi ha fatto un’ottima impressione come persona e anche questo ha aiutato a far sì che accettassi. Decisivo anche Andrea Stua, che da anni allena le giovanili a Forni, il quale mi ha parlato molto bene dell’organizzazione e dell’ambiente. Senza nulla togliere al Bordano, dove ho passato due anni bellissimi assieme a delle persone fantastiche, on cui ho instaurato un fortissimo legame e a cui auguro ogni soddisfazione sia calcistica che personale. Da questa nuova avventura mi aspetto di fare nuove amicizie e di crescere calcisticamente, sperando di poter raggiungere dei bei traguardi assieme alla squadra”.
Pochi scelgono di fare il portiere da bambini. Come è avvenuta questa scelta? So inoltre che sei un grande collezionista di guanti e maglie da portiere. A quale sei più legato o ti sei ispirato nella tua gioventù?
“Fin quando ero nei Pulcini, mi ha sempre affascinato il ruolo del portiere e così, grazie a Sandro Clapiz, ho avuto l’opportunità di giocare in porta. Da quella volta non ho più smesso e tuttora sono molto contento di aver intrapreso questa strada. La mia fonte di ispirazione fin da subito è stato Francesco Toldo, soprattutto dopo l’Europeo del 2000. Da quella volta è sempre stato il mio idolo. Come gran parte dei portieri, anche io ho una passione per i guanti, di cui sono un collezionista assieme anche a qualche maglia che scambio con altri collezionisti in tutta Europa”.
Tre momenti particolari che ricordi con più piacere della tua carriera nel Carnico.
“Ricordo sicuramente con grande piacere la finale di Coppa Carnia a Pesariis contro il Cavazzo. Anche se vissuta dalla panchina, è stata una grande emozione. Poi la promozione con il Verzegnis dalla seconda alla prima e la finale di coppa categoria dell’anno scorso con il Bordano. Anche se il risultato non è stato quello sperato, l’emozione e l’adrenalina quando si gioca una finale sono impagabili”.
