di Marco Bisiach

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E’ stato un epilogo per molti versi strano: al termine della finale dei play off del girone C di Prima categoria, a Straccis, nessuna delle due squadre ha potuto festeggiare il salto in Promozione. Gli sconfitti dell’Azzurra, per ciò che ha sancito quest’ultimo anno, i giuliani della Trieste Victory Academy perché, pur vittoriosi, costretti a sperare in un complicato ripescaggio dal piazzamento al quarto posto al termine della stagione regolare. Questo però non ha tolto nulla né alla battaglia sul campo né ai sentimenti nel post partita, con l’amarezza di tutto l’ambiente di casa, che si è dovuto fermare ad un passo dal primo storico approdo in Promozione, e la giustificata soddisfazione degli ospiti, che portano a casa un prestigioso successo nei play off e magari un credito da riscuotere, pur in ritardo, con la buona sorte. In attesa di capire allora se vedremo la Trieste Victory Academy ancora tra le protagoniste in Prima, o piuttosto tra le neopromosse in extremis in Promozione, andiamo ad analizzare i temi più intriganti offerti dal campo al “Bonansea” di Straccis.

TRIESTE VICTORY A TUTTO GAS. Che la formazione di mister Michele Braini stesse bene fisicamente, lo si sapeva e lo sapeva chi ha avuto occasione di vederla all’opera nelle ultime settimane di questa stagione. E a fine partita a Straccis CalcioFvgLive ha avuto modo di sentire a tal proposito anche le considerazioni del preparatore atletico Manuel Vesnaver. A differenza di quanto avevamo visto però nella semifinale play off giocata (e vinta) sul campo dell’Isontina a San Lorenzo, a Straccis la Trieste Victory Academy ha adottato se vogliamo una tattica inversa: nel primo caso era uscita alla distanza, guadagnando campo e pericolosità nel secondo tempo di una partita giocata con un caldo torrido. In finale invece è partita fortissimo, con i suoi giocatori che arrivavano sempre primi sul pallone, vincevano i contrasti e sembravano in generale più pronti sulle gambe. Di qui il doppio vantaggio in mezz’ora che ha indirizzato il match.

AZZURRA CON IL FRENO A MANO. Difficile capirne esattamente i motivi, e a posteriori è forse banale trarre conclusioni. Di certo però è stato palese per tutti dalla tribuna l’approccio non ideale al match dei padroni di casa, che parevano quasi imballati. Un brutto scherzo giocato dalla pressione di una sfida tanto importante? Le difficoltà di adattamento al gran caldo, che invece gli avversari avevano già sperimentato in una gara ufficiale una settimana prima? O ancora il ritmo partita da ritrovare, dopo tre settimane di allenamenti e attesa in vista della finale? Probabilmente la risposta, come ha raccontato ai nostri microfoni mister Cristian Terpin, è un mix di tutte queste, ma sta di fatto che la vera Azzurra si è vista probabilmente solo nella ripresa.

LA SFORTUNA DI IANSIG. Chi ha dovuto abbandonare la contesa in anticipo, e in modo doloroso e inaspettato, è stato l’esterno difensivo dei goriziani Eric Iansig. L’ex giocatore di Juventina e Pro Gorizia è uscito in barella dopo essere caduto in modo scomposto in seguito ad un contrasto: il braccio è rimasto sotto il corpo e questo gli ha provocato un brutto problema al polso, che è stato necessario immobilizzare subito. L’applauso affettuoso di tutto il pubblico all’uscita dal “Bonansea”, per Iansig, rimarrà la consolazione di una giornata stortissima.

IL DESTRO DI TAWGUI. Ci avessero chiesto prima del match cosa poteva regalare ai suoi Marouane Tawgui nella finale, avremmo detto cross, tiri e ricami a profusione con il suo pregiato piede sinistro. E chissà, magari anche gol. Il forte attaccante esterno della Trieste Victory Academy ha però sbancato il “Bonansea” impressionando anche e soprattutto con il destro, in teoria il piede “debole” con il quale ha siglato uno gol meraviglioso (quello del raddoppio), ha scodellato diversi palloni interessantissimi per i compagni e ha effettuato dribbling partendo dalla fascia destra, dove magari era meno scontato aspettarselo. Sì, Marouane Tawgui è stato decisamente una delle chiavi della finale, oltre che probabilmente il migliore in campo.

L’ORGOGLIO DI PANTUSO. Nessuno in casa Azzurra si è voluto arrendere prima del tempo, e tutti, magari anche quelli che non erano decisamente in giornata o nelle condizioni migliori, ci hanno provato fino all’ultimo. Con orgoglio e qualità, doti sottolineate anche dalla dirigenza goriziana nel post partita. Su tutti, o meglio come simbolo di tutti, prendiamo Mario Pantuso, il veterano che nei momenti più difficili ha provato a scuotere i suoi con alcune conclusioni dalla distanza, da palla inattiva e non. E’ stato bravo il portiere triestino Francesco Aiello o la mira è risultata appena appena sbagliata. Ma il centrocampista goriziano, così come i suoi compagni, è uscito a testa alta da questa finale.

DAVANZO E I VETERANI DELLA VICTORY. Tra le dediche, gli abbracci e i festeggiamenti triestini nel post finale ce ne sono stati alcuni speciali. Quelli per i giocatori più esperti del gruppo, alcuni dei quali potrebbero aver disputato sull’erba del “Bonansea” in una partita così importante, l’ultimo match in maglia Trieste Vicotry. O magari anche l’ultimo in carriera. Ce lo ha raccontato ad esempio Luca Davanzo, che a breve si sottoporrà a dei controlli alla caviglia che lo tormenta da tempo, ma che è consapevole che il ritiro dal calcio giocato potrebbe essere una possibilità concreta. A lui CalcioFvgLive e tutti gli appassionati augurano ovviamente che dai medici arrivino una buona notizia e una sorpresa, e di poterlo rivedere anche la prossima stagione con le scarpe bullonate ai piedi. Se così non fosse, siamo certi che lo ritroveremo con la stessa passione e lo stesso entusiasmo in qualche altro ruolo, nel mondo del calcio dilettanti regionale.