È un Massimo Pittoni a metà fra l’amareggiato e l’ironico quello che commenta il primo successo del suo Glemone in questa stagione.
Perché mister?
«Beh, è strano vincere una partita e trovarsi ancora a quota zero in classifica».
Spiegaci meglio ...
«Il Nimis, la squadra che abbiamo battuto domenica scorsa, è fuori classifica: partecipa al campionato, ma non conta ai fini della graduatoria. Oltretutto, domenica avevo due giocatori squalificati che ho potuto far giocare proprio per questa particolarità, pur, ripeto, essendo una gara ufficiale».
Ma come è questo campionato di Seconda categoria quest’anno?
«Più che un campionato credo sia meglio definirlo un torneo. L’ abolizione della Terza ha fatto sì che venissero creati 6 gironi di Seconda e alla fine andrà su solo la prima in classifica. Non essendoci retrocessioni, è chiaro che si svuota di molto il significato di competitività. Mi spiego meglio: se una squadra a un certo punto non avrà più ambizioni od obiettivi, con quale spirito scenderà in campo? E in qualche modo potrebbe falsare (in buona fede, naturalmente) la lotta promozione, nel senso che gli stimoli te li può dare solo il raggiungimento di un risultato».
D’accordo, però, lo spirito del calcio dilettantistico è quello soprattutto di divertirsi ...
«Certamente, ma bisogna giocare per un risultato. Capisco perfettamente le difficoltà che deve affrontare il calcio dei dilettanti, ma si poteva pensare a qualcosa di diverso».
E cioè?
«Beh, i play off per esempio. Far retrocedere più squadre dalla Prima e farne salire due a girone dalla Seconda.Se un piazzamento dal secondo al quinto posto potesse garantire una possibilità di promozione io credo che ci sarebbe più coinvolgimento agonistico. Con tante squadre attrezzate che ci sono in ogni girone, a dicembre si rischia di trovarci di fronte ad un torneo già finito».
Non deve essere semplice per un allenatore preparare gli allenamenti senza un risultato da raggiungere.
«Mi pare ovvio. È chiaro che si parte tutti da zero punti, ma è altrettanto chiaro che le risorse delle varie formazioni non sono uguali. Anche l’Udinese, in teoria, può vincere il campionato di serie A, ma sappiamo tutti che non potrà mai succedere. Per quanto mi riguarda cercherò di metterci tutto l’impegno possibile, su questo non c’è dubbio, ma se qualche mio giocatore dovesse mollare, a un certo punto, potrei anche capirlo. Spero solamente che tutti capiscano la particolarità della situazione e che lottino ogni domenica per vincere, ma rimane il fatto che senza un obiettivo da raggiungere (e parlo anche di salvezza) gli stimoli non potranno mai essere gli stessi».