Di Matteo Femia

Prima in classifica da sola in campionato e qualificata ai quarti in Coppa Italia. Sarebbe questa la situazione della Cormonese se non esistessero i secondi tempi. Eh si, perché nella – pur assai positiva sin qui – stagione dei grigiorossi pesano enormemente i patatrac nei 45 minuti finali di tre partite giocate fino ad adesso. Il primo episodio è avvenuto a Romans nell’ultimo impegno di Coppa, quando i ragazzi di mister Amedeo Russo sono passati dalla qualificazione aritmetica a fine primo tempo all’eliminazione al triplice fischio finale, passando dall’1-0 con cui si era andati all’intervallo all’1-2 a favore della squadra del tecnico Alessandro Radolli al 90’. Il secondo campanello d’allarme è scattato una settimana dopo, al debutto in campionato: Cormonese avanti di due gol, e raggiunta poi sul 2-2 nella ripresa, peraltro nonostante il Sevegliano/Fauglis si trovasse addirittura sotto di un uomo. Poi, sembrava che le vertigini da alta quota fossero un problema risolto per Lorenzo Riz e compagni: e invece, domenica a Marano Lagunare, oops she did it again, per citare una celebre canzone di Britney Spears. La Cormonese l’ha combinata grossa di nuovo: dal 2-0 del 45’ si è passati al 2-2 con cui i padroni di casa sono riusciti a rimettere in parità l’incontro nella ripresa. Un problema indubbiamente mentale, quello dei grigiorossi: una sorta di braccino del tennista, quella sindrome che capita a chi si emoziona troppo quando si trova in vantaggio. Un ostacolo che però la Cormonese dovrà necessariamente superare nelle prossime settimane: la squadra ha dimostrato di poter competere per i piani alti del girone B di Promozione, e sarebbe davvero un peccato gettare alle ortiche anche il campionato – dopo la Coppa – a causa dell’incapacità di gestire i risultati nella seconda metà delle partite. I numeri infatti parlano chiaro: senza le amnesie di Sevegliano e Marano, oggi la Cormonese avrebbe quattro punti in più. Sarebbe, quindi, in vetta da sola a quota 17 punti: uno in più, da matricola, rispetto alle corazzate Azzurra Premariacco e Ufm. Sognare si può, ma i secondi tempi non devono diventare un incubo.