di MASSIMO DI CENTA

La storia del Tagliamento è iniziata nel 1970, anno di fondazione della squadra di Dignano: mezzo secolo vissuto in altalena tra la Terza e la Prima categoria, ma sempre con l’entusiasmo e la passione che non dipendono dai risultati. Quest’anno la stagione è iniziata molto bene e dopo 8 giornate la formazione bianco verde è al secondo posto, staccata di un punto dal Cussignacco capolista e due punti sopra il San Daniele. Occorre tenere presente, però, che la partecipazione al torneo del Nimis Sq.B non conta ai fini della classifica, per cui il Tagliamento (che lo ha già affrontato) ha 21 punti in sette partite, ovvero è punteggio pieno. La stagione è lunga e la formula del campionato che prevede una sola promozione potrebbe riservare esiti imprevedibili.

A portarci all’interno della squadra è Manuel Commessatti, presidente della società dal 2019, ma in realtà un vero pezzo di storia di tutta la vicenda calcistica del Tagliamento, del quale è stato giocatore per 15 anni, indossando anche la fascia di capitano. Un mediano vecchio stile e poi gli ultimi anni di carriera da difensore.

Presidente, ma ve lo aspettavate un inizio così?

«Sinceramente avevamo in programma di disputare un torneo di vertice, giocare per i play off se non fossero stati cancellati da una formula assurda che prevede un sola promozione, con la prospettiva che a gennaio rimarranno due o tre squadra a giocarsela».

E voi ci sarete naturalmente …

«Beh, direi di sì, anche se la concorrenza è davvero forte e ha probabilmente più risorse di noi: Cussignacco e San Daniele sono due corazzate per la categoria, ma le sfida più impegnative a volte sono quelle che possono dare gli stimoli giusti».

Come è strutturata la società?

«Abbiamo rinunciato al settore giovanile, non per scelta convinta, ma per difficoltà numeriche oggettive. Mandiamo i nostri ragazzi a Fagagna e Rive Flaibano. Dignano è un paese di 1300 abitanti e con questi numeri non si possono far miracoli. Tutti gli sforzi sono quindi concentrati sulla prima squadra. Abbiamo cercato di ricorrere a tecnici preparati e in grado di dare un’impronta alla squadra ed in questo la scelta di Luca Michelutto, il nostro mister, finora si è rivelata molto azzeccata, ma questo indipendentemente dai risultati. Con lui lavorano in stretta collaborazione un preparatore atletico ed un allenatore per i portieri».

E dal punto di vista dei dirigenti come vanno le cose?

«Abbiamo un consiglio composto da gente giovane ed un paio di elementi con più esperienza per garantire la continuità necessaria col passato. Sono persone piene di entusiasmo e di idee che cercano di proporre sempre qualcosa».

E il paese segue le vicende della squadra?

«c’è sempre un buona partecipazione di pubblico al campo ed abbiamo seguito anche in trasferta. Quando giochiamo in casa il riferimento del dopo partita è il nostro chiosco ben attrezzato e ottimo punto di aggregazione».

Da un punto di vista economico, dove trovate le risorse necessarie?

«Abbiamo i nostri sponsor, il nostro chiosco, come dicevo, e l’Amministrazione comunale che ci dà davvero una grossa mano in termini di spese di gestione».

Come avete vissuto il periodo di stop?

«Ho avuto paura di perdere qualche giocatore, lo confesso. Temevo che i più giovani potessero allontanarsi, attratti da altre attività o semplicemente perché, stando fermi tanto tempo, avrebbero potuto perdere la passione. In vece non è successo e ci ritroviamo con una rosa di 24 giocatori».

Nella foto di copertina, il presidente Manuel Commessatti