di Alessandro Craighero

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Nel 2024 c'è ancora bisogno di sprecare inchiostro per episodi che nulla hanno a che fare con lo sport e con il vivere civile. Eppure lo stadio "Colaussi" di Gradisca d'Isonzo è stato teatro di un episodio, che purtroppo, fa ancora emergere un problema non ancora debellato come quello del razzismo nei campi da calcio. Vittima il centrocampista di casa Daouda Djibril Diallo, bersaglio dei soliti beceri ululati che troppe volte si sentono nei campi da calcio. In questa occasione "fortunatamente" è stata una singola persona, come riferito dai presenti sugli spalti, a diventare il paladino dell'ignoranza nei campi da gioco.

Episodio che il Presidente dei gradiscani Stefano Forte condanna con estrema fermezza:

"A fine gara ho visto un tifoso ospite saltellare facendo il classico ululato che si usa per offendere le persone di colore. È una cosa che va oltre lo sport, una cosa che non deve succedere. Oltre a questo episodio anche il nostro mister è stato schernito con epiteti che fanno riferimento a discriminazioni territoriali. Per combattere il razzismo dobbiamo diventare tutti attori principali. Invece l'arbitro non ha segnalato nulla riferendo che il fatto in questione è successo al di fuori del terreno di gioco. Inoltre il loro mister mi ha addirittura redarguito per essere entrato in campo al fine di calmare le acque. Sono cose che nel mondo non devono succedere, tanto meno a Gradisca, con l'aggravante che erano presenti dei bambini sugli spalti".

Il Presidente del Malisana Federico Turco, ai microfoni di Calcio FVG live, analizza l'episodio attraverso il proprio punto di vista:

"Dal campo non abbiamo fatto caso di episodi discriminatori. Ovviamente se questo fosse successo la società Malisana condanna fermamente ogni forma di razzismo. Abbiamo quattro tesserati di colore ed episodi del genere non sono mai successi nella nostra storia, non è nella nostra indole societaria. Senza dubbio il nostro è un tifo "caldo", ma solo per la maglia".