Questa settimana la nostra rubrica ci porta a Fagagna, dove andremo a conoscere Tommaso Domini, 20 anni compiuti lo scorso mese di ottobre. Il suo allenatore Pino Cortiula ci ha parlato molto bene di lui, definendolo un attaccante versatile, in grado di agire sia come prima punta che come punta di appoggio, senza perdere efficacia sotto porta.
Tommaso ha iniziato proprio coi Pulcini del Fagagna, dove è tornato dopo qualche stagione in prestito al Tricesimo e con la Reanese. Si è iniziato a parlare di lui lo scorso anno, quando ha messo a segno 10 gol, bottino davvero interessante per un fuoriquota, impiegato in un ruolo, quello di punta, in cui di solito gli allenatori preferiscono affidarsi all’esperienza. Ed anche quest’anno, nel breve scorcio di stagione disputato, due realizzazioni (con Codroipo e San Luigi), con la prospettiva di un’ulteriore crescita.
Quello che colpisce di lui è la grande determinazione, quel lottare su ogni pallone, anche su quelli che sembrano apparentemente persi. Ma anche la capacità di partecipare alla manovra della squadra, con tagli continui alle spalle della difesa avversaria, quasi sul filo del fuorigioco, un tipo alla Inzaghi, insomma. Nonostante un fisico non propriamente da granatiere (1,75 chili per 70 kg) sa farsi valere anche nel gioco aereo, dove può sfruttare un’ottima scelta di tempo, accompagnata da un buonissimo stacco che speso gli consente di colpire il pallone sia sotto porta che in fase d’appoggio ai compagni. Dove deve migliorare, invece, è nell’uso del piede sinistro, nella difesa della palla e nella freddezza sotto porta, cose che saranno suscettibili di perfezionamento con l’esperienza.
Interpellato su quali allenatori avessero contribuito alla sua formazione e maturazione calcistica, il ragazzo non fa distinzioni, perché ogni tecnico è riuscito ad insegnargli qualcosa, anche se determinante è stato l’incontro con Cortiula, per le sue doti di grande motivatore e per le capacità umane. “È uno che ti fa capire l’importanza di giocare in un campionato come l’Eccellenza – dice del suo mister attuale - e sa mettere a disposizione dei giocatori tutta l’esperienza maturata in tanti anni di panchina. Esigente, ma sempre pronto a spiegare qualsiasi movimento e qualsiasi posizione in campo”.
Un amore, quello per il calcio, maturato facilmente in una famiglia dove il pallone ha sempre avuto un ruolo importantissimo, con papà Danilo che in molti ricorderanno ed il fratello Simone, che gioca con la Risanese. Una passione come destino comune, insomma, anche se padre e figli hanno caratteristiche molto differenti: il papà era un attaccante all’antica, uno di quelli che andava poco per il sottile: grande realizzatore con la porta avversaria sempre nel mirino. Il fratello si distingue per doti fisiche e dinamismo, mentre lui, oltre le caratteristiche che abbiamo già descritto, dei tre è quello più veloce. La disponibilità familiare ad assecondare questa passione non è mai mancata ed anche mamma Sandra non si è mai tirata indietro, con borsoni di panni da lavare e sempre pronta a seguire i figli.