di MASSIMO DI CENTA

Questa settimana, protagonista della nostra rubrica é Nicola Buzzi, classe 2002 (ma dicembre, quindi quasi un … 2003) centrocampista della Gemonese. Nicola è cresciuto nella Pontebbana, squadra militante nel campionato Carnico, sempre molto attiva sul fronte dell’attività del settore giovanile: dai Pulcini fino ai Giovanissimi, sotto la guida di Marco Fabris, un tecnico al quale devono molto tutti i giovani pontebbani che poi hanno trovato spazio nei campionati regionali.

Nicola ha sempre parole di elogio e riconoscenza per Fabris e non manca occasione di sottolinearne i grandi meriti nel suo percorso di crescita tecnica e umana. Fin dai primi calci, il ragazzo dimostra di saperci fare, evidenziando da subito una personalità non comune in relazione all’età. L’approdo al Tolmezzo (squadra di riferimento di tutto il movimento calcistico in Carnia) è quasi scontato per lui, che infatti arriva alla squadra del capoluogo, dove trova un altro allenatore che si rivelerà determinante per il proseguimento del suo percorso agonistico. Parliamo di Gianluca Mascia, attuale tecnico della Gemonese, ai tempi allenatore dei giovani a Tolmezzo.

Mascia intuisce da subito le grandi prospettive di Nicola, affidandogli senza alcun timore quel ruolo di centrocampista centrale che comporta responsabilità e intraprendenza. E così quando Mascia viene chiamato ad allenare la prima squadra a Gemona non si dimentica di quel ragazzino che tanto l’aveva colpito. Invitato ad esprimere un parere sul giocatore, Mascia ha risposto: “Per il ruolo e soprattutto per la zona di campo dove gioca, in Eccellenza bisogna avere qualcosa in più. Lui è sempre pulito nel tocco e semplice nelle giocate, ma a volte sa esprimere il colpo di genio”. Giudizio sintetico, ma essenziale, che esprime al meglio le caratteristiche di Nicola.

Vedendolo giocare si capiscono fino in fondo le parole di Mascia, perché queste caratteristiche appaiono subito evidenti, abbinate ad una buona tecnica di base e ad una combattività che di sicuro non gli fa difetto. Si dice contento del suo ruolo, ma si è dichiarato disponibile anche ad essere impiegato in un ruolo diverso in caso di necessità, dimostrando una capacità di sacrificio che il suo mister apprezza molto. Naturalmente, ci sono alcuni aspetti in cui dovrebbe migliorare, come la capacità di saltare l’uomo, per creare la famosa superiorità numerica tanto cara agli allenatori, e perfezionare il tempo degli inserimenti da dietro, particolare sempre più richiesto ai centrocampisti del calcio di oggi, soprattutto in quelle giornate in cui magari gli attaccanti non sono particolarmente ispirati.

Il calcio per Nicola è la grande passione della vita, maturata fin da piccolo, quando andava al campo con papà Maurizio, uno dei giocatori storici della Pontebbana: cresciuto a pane e pallone, insomma.

Interista doc, Nicola ha un modello cui ispirarsi: Nicolò Barella, dal quale cerca di imparare il modo di stare in campo e la capacità di sapersi disimpegnare tra le difficili zolle di centrocampo.