Martin Aldrigo, centrocampista della Pro Gorizia, è prima di tutto un ragazzo in gamba: l’entusiasmo dei suoi 20 anni (li compirà il prossimo luglio) è accompagnato da tanto buon senso e da una discreta dose di maturità. Lo si intuisce nel sentirlo parlare mentre ripercorre il suo percorso calcistico, nel quale non mancano parole di affetto e gratitudine per tutti quelli che ne hanno assecondato la passione per il calcio. A cominciare da papà Erry, calciatore a livello amatoriale e in pratica il suo primo allenatore, visto che ha iniziato a giocarci a palla quando Martin era poco più di un bambino. Rapporto poi che si è evoluto in tanti anni di discussioni sull’argomento calcio. Con mamma Silvana, invece, magari, non parla di tecnica ma il fatto che sia una sua grande tifosa gli fa molto piacere.

Dopo gli allenamenti in casa, la carriera calcistica di Martin inizia per davvero nelle file dell’U.F.M, dove si fa tutta la trafila delle giovanili con l’esordio, in prima squadra, a 16 anni, in Seconda categoria. Dopo qualche anno, l’approdo al Ronchi a conoscere il duro calcio dell’Eccellenza e poi il passaggio alla Pro Gorizia. In questo percorso, conosce quelli che per lui sono stati gli allenatori più importanti per la sua formazione agonistica e non manca di sottolinearlo: Paolo Trentin, quello che lo schierò in prima squadra ai tempi del Monfalcone. Poi Fabio Franti, che lo volle al Ronchi e successivamente se l’è portato dietro a Gorizia. Ed infine, Franco Murra, al quale è legato da un legame affettivo fortissimo e che continua a chiamarlo dopo ogni partita per dispensargli critiche (costruttive, naturalmente) ed elogi.

Martin può essere definito un … tuttocampista, nel senso che può giocare indifferentemente da mezzala o davanti alla difesa, un autentico jolly, insomma, in grado di non perdere efficacia in entrambe le posizioni. Classico piedi buoni, a corredo di una tecnica di base decisamente sopra la media e quando agisce da interno è abilissimo nel tempo di inserimento da dietro e sempre con un’idea di gioco ben precisa. Usa con più disinvoltura il piede destro e sta lavorando per migliorare la sensibilità del sinistro. Qualche lacuna si riscontra nella freddezza e nella lucidità davanti alla porta e nel colpo di testa: il gioco aereo non è propriamente tra i pezzi migliori del suo repertorio a dispetto di un fisico che potrebbe giocargli a favore, col suo metro e 85 di altezza. Sta lavorando molto su questo fondamentale ed anche sulla costruzione atletica che gli consenta di mettere su massa muscolare. A proposito del colpo di testa, quando era al Ronchi era spesso oggetto di prese in giro da parte dei compagni che davvero non gli perdonavano il fatto che a dispetto di una statura importante non sapesse farsi valere nei duelli aerei.

Tifoso dell’Udinese, ha un ammirazione particolare per Pirlo, come molti centrocampisti della sua età, che vedono nell’attuale tecnico della Juventus un modello di riferimento importante per l’interpretazione del ruolo, grazie alla genialità e a quel modo verticale di pensare il calcio.

Neanche a dire che il pallone gli manca molto e si dice preoccupato del fatto che questo stop di quasi due stagioni potrebbe influire sulla crescita dei giovani come lui.

A consolarlo ci pensa sicuramente Ludovica, davvero una bellissima ragazza, come confermano le foto sui social …

Nella vita, dopo gli studi, fa l’operaio addetto alla produzione in una ditta di serramenti. Finestre aperte, quindi, su un futuro che viste le premesse dovrebbe riservagli davvero tante soddisfazioni.