Dai “primi calci” alla prima squadra: quella tra Gabriele Cottiga ed il San Luigi è una storia che non ha conosciuto interruzioni: fin da bambino, infatti, il talentuoso centrocampista (21 anni il prossimo aprile) ha sempre vestito il biancoverde, contribuendo alla storica promozione in serie D. Una promozione vissuta fianco a fianco con altri 4 compagni che insieme a lui vinsero il campionato regionale dei Giovanissimi, sotto la guida di Bruno Zoch. La serie D e Bruno Zoch sono ricordi vivissimi nella mente del ragazzo: di Zoch ricorda i metodi di allenamento che mettevano sempre al primo posto la tecnica e ci tiene a sottolineare il fatto che sia stato il tecnico che più di ogni altro ha contribuito alla sua crescita calcistica. Per quanto riguarda la serie D, invece, i ricordi sono legati soprattutto al rapporto con Luigino Sandrin, l’allenatore che gli ha dato la possibilità di esordire in un campionato difficile ma poi non gli ha concesso tanto spazio, il tutto raccontato senza alcuna vena polemica, ma col rimpianto di non essere riuscito a dimostrare il suo valore. Un valore certificato anche dal titolo di campione di Italia juniores, conquistato con la Rappresentativa Regionale nel 2018, quando nella finale de L’Aquila, i friulani superarono le Marche.

Gabriele è un centrocampista di stampo classico, elegante e con i piedi buoni, come si dice, uno di quelli che fanno gioco e che quando hanno la palla sanno sempre trovare il modo giusto per costruire. Se proprio gli si può trovare una piccola mancanza è nel gioco aereo, ma evidentemente gli piace usare più la testa per pensare che per colpire il pallone. Destro naturale, non trascura l’uso del sinistro e sa abbinare alla pulizia di tocco anche un buona fisicità: 1,83 per 78 chili certificano che ha il fisico del ruolo, anche se lui preferisce la giocata di classe piuttosto che la fase di contenimento, pur non tirando mai indietro la gamba se serve. Caratteristiche queste molto apprezzate dal suo attuale allenatore Davide Ravalico, che basa il suo credo calcistico sul possesso palla ed il gioco bello e funzionale per arrivare al risultato.

Se chiedete a Gabriele quale sia il suo modello calcistico, la risposta sarà per certi versi sorprendente, perché da piccolo aveva un ammirazione particolare per Bastian Schweinsteiger, centrocampista tedesco laureatosi campione del mondo con la Germania nel 2014, uno che interpretava il ruolo con intensità e ritmo, pur essendo in possesso di una tecnica di base decisamente sopra la media. Ma poi, col passare del tempo, sono state le doti di Andrea Pirlo a suscitare un apprezzamento totale, per le eleganti geometrie, la genialità e quel concentrato di classe che sapeva mettere in ogni giocata.

La passione per il calcio l’ha sempre avuta e forse un pochino sarà dispiaciuto a papà Gianpaolo che è stato un buon giocatore di basket. Anche il fratello Simone ha preferito i campi verdi ed attualmente gioca (anche lui a centrocampo) nello Zarja. I due fratelli hanno caratteristiche diverse: Simone infatti si basa di più sulla corsa ed il dinamismo, facendo valere doti da buon incontrista. Mamma Elisabetta va spesso a vedere i figli e le va bene che quando uno gioca in trasferta rimane a Trieste a vedere l’altro.

Il calcio, in questo periodo manca molto a Gabriele, nonostante il San Luigi abbia cercato di proseguire negli allenamenti, nel rispetto delle regole naturalmente. Il fatto di stare con i compagni di squadra, continuare a frequentarli, accresce lo spirito di gruppo ed aumenta la voglia di tornare in campo al più presto, perché senza la partita, la competizione, è tutto un altro calcio.