di MASSIMO DI CENTA

Nel Deportivo capolista del girone C di Seconda categoria, la stagione mostruosa di Denis Balzano non deve far passare in secondo piano gli altri protagonisti della formazione rossoblu, soprattutto quei giovani che si stanno mettendo in evidenza alla corte di Paolo Peressotti. Uno di questi è senza dubbio il classe 2001 Andrea Bugari, arrivato al Depo dopo le esperienze ad Ancona, Rizzi e Bearzi. A 20 anni, Andrea si propone come uno dei migliori centrocampisti della categoria, per il suo modo di stare in campo e di interpretare il ruolo: sa infatti destreggiarsi sia in fase di copertura che di costruzione, in virtù delle sue capacità dal punto di vista tattico e di un profilo tecnico decisamente di buona caratura. Dal punto di vista dinamico non ha problemi, è sufficientemente veloce e usa entrambi i piedi. Gli aspetti da migliorare riguardano il colpo di testa, la cattiveria agonistica e quel pizzico di reattività in più che gli consenta di capire un momento prima l’evolversi del gioco. Tutti dettagli che potrà migliorare con l’esperienza, anche quando magari avrà la possibilità di confrontarsi in campionati di livello superiore. A proposito di questo, il ragazzo è abbastanza ambizioso e non si pone limiti, nel senso che la voglia di giocare in categorie più alte rappresenta il suo punto d’arrivo, anche se sa benissimo che nel calcio il futuro è legato a mille fattori.

Intanto, si dice felicissimo di questa esperienza al Deportivo, dove ha trovato un gruppo fantastico, grazie anche al lavoro del tecnico Peressotti, il quale è riuscito a fondere l’esperienza dei più anziani con l’entusiasmo dei giovani, che si sentono parte integrante del progetto di crescita della squadra. Andrea non dimentica però altri allenatori importanti per la sua formazione calcistica, a cominciare da Casu che ai tempi del Rizzi lo teneva molto in considerazione tanto da farne il capitano della squadra, non solo per le qualità tecniche. Un altro tecnico importante per lui è stato Rosu, quello che per primo è riuscito a fargli capire molti degli aspetti del calcio a livello di gestione generale dell’impegno.

La passione per il pallone non è arrivata immediatamente: da piccolo era più attratto dalle macchine e la cosa non deve sorprendere, visto che papà Francesco lavora proprio nel settore automobilistico. Ma papà Francesco è anche un grande appassionato di calcio ed evidentemente è riuscito a trasmettergli anche l’amore per questo sport ed in particolare per l’Inter, squadra per la quale padre e figlio fanno il tifo. Francesco non si perde una partita del suo erede, mentre mamma Graziella lo segue solamente quando il Depo gioca in casa.

Da interista, Andrea ha un giocatore ben preciso in cui identificarsi per l’interpretazione del ruolo: Nicolò Barella, quantità e qualità al servizio della squadra, caratteristiche che assomigliano molto alle sue.

Per quanto riguarda l’extra calcio, ci troviamo di fronte ad un ragazzo molto deciso nelle sue scelte per il futuro: dopo aver frequentato il liceo scientifico, adesso è iscritto all’Università di Udine alla facoltà di Scienze e Tecniche alimentari, con l’idea di conseguire la specializzazione per diventare nutrizionista dopo il percorso triennale.