È Andrea Brusin, 19 anni compiuti lo scorso mese di ottobre, il protagonista settimanale della nostra rubrica. Cinque gol nelle cinque partite disputate con la sua Sanvitese rappresentano un bottino di tutto riguardo per uno che non gioca di punta. Andrea, infatti, è un centrocampista centrale di stampo classico, con buona visione di gioco, una tecnica di base del tutto ragguardevole e con la fisicità giusta per il calcio di oggi: 1 metro e 95 di altezza per 89 chilogrammi sono doti che si fanno sentire. Non ha ancora il timing giusto per gli inserimenti da dietro (automatismo in cui l’età e l’esperienza giocano un ruolo importante) e deve rivedere qualcosina nella fase di interdizione, secondo i canoni del centrocampista moderno, che deve saper essere abile nelle due fasi di difesa e offesa. Ma sarà proprio mettendo partite nelle gambe che gli consentirà di diventare un centrocampista completo.
Andrea nasce calcisticamente nella Sanvitese, dove resta fino a quando gli osservatori del Pordenone non lo notano e lo portano in nero verde, maglia con la quale disputerà i campionati nelle categorie Esordienti e Giovanissimi. Poi, complice anche un infortunio con tempi di recupero piuttosto lunghi, sarà costretto a rivedere le sue ambizioni, senza scoraggiarlo, però, soprattutto perché ritornare alla Sanvitese, la squadra del suo paese, non è considerato un ridimensionamento ma la possibilità di dare una mano all’ambiente.
SI diceva delle cinque reti realizzate: due doppiette, a Prata Falchi e Sacilese e un gol al Camino, arrivate attraverso due calci di punizione, un rigore, una conclusione di testa e un tocco sotto misura, a conferma di una tecnica di base con soluzioni diverse, favorite dal possesso di fondamentali adeguati.
Ripercorrendo la sua ancora breve carriera, Andrea non ha un allenatore particolare da ricordare, perché, a suo modo di vedere, tutti i mister che ha avuto, dai Pulcini alla prima squadra, hanno contribuito alla sua formazione calcistica, per metodologie di allenamento e approccio positivo dal punto di vista umano. Se deve spendere una parola, forse, lo fa per l’attuale tecnico della Sanvitese, Loris Paissan, che quando si è trattato di farlo esordire in prima squadra, ha creduto in lui, dandogli fiducia da subito.
Una passione calcistica nata fin da piccolissimo, nonostante in casa Brusin lo sport di famiglia sia il basket, con papà Danilo, ex cestista, e il fratello Matteo innamorato della palla a spicchi che hanno costretto mamma Alessandra a dividersi tra palazzetti e campi di calcio. C’è poi nonno Luciano, un vero e proprio fedelissimo, che non si perde una partita: casa o trasferta per lui non fa differenza quando si tratta di seguire il nipote.
Interista fin da bambino, Andrea come giocatore di riferimento non ha un nerazzurro, ma Locatelli del Sassuolo, che in effetti lo ricorda per caratteristiche fisiche e alcune giocate. Nella vita, ha scelto di intraprendere una strada interessante: è iscritto al primo anno di enologia presso l’Università di Udine. Da buon friulano, insomma, la passione per il calcio e per il vino non gli manca di sicuro!