di PaCo

Bisogna eliminare i preconcetti che vogliono che donne e calcio sia un binomio sbagliato. Le donne si fanno valere in tutti gli ambiti della vita e anche nello sport hanno acquisito competenze, ci mettono passione, partecipazione e hanno grandi capacità organizzative. Anche nei campionati della Lega Calcio Friuli Collinare ci sono sempre più donne dirigenti, quote rosa che arricchiscono il movimento e che valorizzano, con le loro abilità organizzative, le squadre di appartenenza. Una di queste è Carla Pascutti che, oltre a gestire la sua associazione, da moltissimi anni è responsabile del campionato Friuli Collinare di calcio a 11. Una donna al comando in un mondo di uomini. Impresa difficile? Non per Carla che anno dopo anno, navigando inizialmente nelle torbide acque dei pregiudizi di alcune squadre, ha saputo farsi apprezzare divenendo una pedina fondamentale per la Lcfc. Puntigliosa, sempre presente nelle occasioni istituzionali, pronta a dialogare con le squadre, capace ad accontentare anche le richieste più disparate, Carla ha un senso del dovere innato e una gestione metodica e meticolosa delle sue attività.
Carla, hai parenti che hanno calcato scene professionistiche come Ezio Pascutti. Quindi la passione per il calcio è una questione di DNA?
Da quando sono nata sento parlare di calcio. Papa' Enea è stato il primo della famiglia Pascutti a entrare nel mondo calcistico. Fu acquistato dall’Inter negli anni 50 ma, sfortunatamente, durante un allenamento la rottura del menisco mise fine ai suoi sogni. Zio Ezio (Pascutti) esordì a 17 anni con il Bologna divenendo una bandiera dei felsinei. Insomma, una famiglia di sportivi che mi ha coinvolta e appassionata fin da piccola.

Come sei entrata a far parte del movimento amatoriale?
Nel 1991 il Gsd Chiasiellis si è iscritto per la prima volta al campionato della Lega Calcio Friuli Collinare e io facevo parte del direttivo. Da li in poi è una bella avventura.

Sei da molti anni la responsabile del Friuli Collinare calcio a 11. In un mondo dove ci sono ancora poche quote rosa, inizialmente come ti hanno accolto squadre e dirigenti?
Come mi hanno accolta? Sicuramente all'inizio con sorpresa. Infatti più di qualcuno chiedeva del signor Pascutti".

Com’è essere l’unica donna nel direttivo?
Essere l'unica donna del direttivo della LCFC non è un problema . Dopo tanti anni passati insieme mi sento come in una famiglia con tanti fratelli.

Moltissimi dirigenti apprezzano la tua gestione. Quali pensi siano le tue migliori doti organizzative?
Approfitto per ringraziare quei dirigenti che mi stimano e anche quelli che mi stimano un po' meno. Per quanto concerne le mie doti organizzative sono meticolosa nell’ organizzare campionati e calendari, cerco di essere precisa nel confronto con le squadre sulle problematiche di una annata calcistica , offrendo la massima disponibilità a tutti.

Quali sono le maggiori criticità che incontri in ottica organizzativa?
Sicuramente nella composizione dei gironi e dei calendari. Per quanto riguarda i gironi l’obiettivo è di creare gruppi per territorio cercando di far risparmiare tempo e strada alle squadre, ma non è sempre facile trovare la quadra. Per i calendari invece, oltre alle più disparate richieste delle squadre, considerato che molti giocano su terreni gestiti da altri Enti e Federazioni, dobbiamo fare i salti mortali per trovare gli incastri idonei. Tutto sommato però, al 99% riusciamo sempre a trovare delle soluzioni. Questo grazie anche ai dirigenti delle squadre che capiscono come non sia facile accontentare tutti e per questo li ringrazio pubblicamente. Se poi vogliamo parlare dei campionati degli ultimi due anni è stata veramente dura...speriamo presto di tornare alla normalità.

Spesso vieni contattata anche per i motivi più banali. Quali sono le ragioni per cui le squadre ti chiamano con più frequenza?
Le squadre chiamano per tantissime cose. Anche se le risposte a tutte le domande sono riportate sulla normativa e nelle norme di partecipazione, preferiscono rivolgersi direttamente a me e a Massimo Specia, anche lui responsabile del C11. Per me nessuna domanda è banale. Sono convinta che è meglio una domanda in più che sbagliare.

In un mondo dove l’informatica ha allontanato i rapporti umani, come riesci a mantenere vivo la comunicazione con i dirigenti?
La comunicazione è fondamentale. Ora vanno di moda i social ma le risposte che si danno su quelle piattaforme possono essere interpretate, per cui se devo risolvere un problema preferisco farlo di persona. Ci si comprende e si può sviscerare meglio l’argomento”. I toni di voce poi ti fanno capire lo stato d’animo dell’interlocutore ed è più facile entrare in empatia.