di PaCo

Brilla l’Aurora nel firmamento del campionato Pordenone della Lcfc. Si, perché questa squadra, dopo due anni di buio dovuto al Covid, sta portando una nuova ventata di entusiasmo, sta facendo riconciliare molti ragazzi con il gioco del calcio, sta rendendo avvincente un girone di ferro in cui lotta con grande caparbietà per aggiudicarsi il titolo. Nonostante nell’ultimo turno sia inciampata in casa del Giais, la formazione biancoazzurra rimane in corsa per la leadership e aspetta i prossimi tre turni, dove il calendario propone parecchi incroci tra le squadre di vertice, per provare a guadagnare nuovamente la testa del plotone. Uno dei protagonisti di questa bella realtà è Alberto Tubia che in passato, prima di rompersi una clavicola durante un azione di gioco, ha difeso, nei dilettanti, i colori di San Quirino, Don Bosco (PN) e Virtus Roveredo. Dopo essersi dedicato ad altri sport (mountain bike e nuoto) Alberto ha sentito una sorta di richiamo ed è tornato a giocare con l’Aurora San Foca, squadra del suo paese d’origine. Maglia che difende da tre lustri, prima come giocatore e capitano ed ora solo come dirigente, ruolo organizzativo che sta portando avanti, assieme al presidente Canciani ed altri collaboratori, con grande passione e dedizione.

Alberto, negli amatori gira, quando la partita è intensa, la classica frase "domani dobbiamo andare a lavorare". Cosa ne pensi dell'eccesso di agonismo che talvolta si vede in qualche gara?
Confermo che a volte si vedono scene da "categoria", forse alimentate un po' dall'orgoglio e dalla troppa voglia di vincere. D'altra parte siamo tutti diversi e non è facile trovare il giusto equilibrio che consenta a tutti quanti di divertirsi e di portarsi a casa anche qualche soddisfazione in classifica. Per esperienze passate sappiamo che, proprio a livello amatoriale, se i risultati negativi si prolungano, iniziano a calare le presenze. Al contrario si è stimolati dai risultati positivi ma è necessario maggior impegno che potrebbe non trovare la disponibilità di tutti. Nella nostra realtà cerchiamo di trovare un equilibrio alternando le fatiche del campo a momenti di svago e di allegria per ricordare che prima di tutto, siamo un bellissimo gruppo di amici a cui piace il calcio e stare assieme. In generale ricordiamo ai giocatori di autogestirsi nel grado di impegno che si preferisce ma nel rispetto di tutta la squadra”.

Cos'è per voi il concetto di fair play?
Correttezza e rispetto nei confronti di compagni, avversari, arbitri e tutti coloro presenti ai match, sono le colonne portanti dell'Aurora San Foca. Vigiliamo per evitare che si creino screzi ma su un gruppo di circa 30 persone, è normale che ogni tanto avvengano delle divergenze. L’'importante è che tutte si risolvano”.

Avete una rosa composta da oltre 40 persone. Come riuscite a gestire un gruppo così numeroso?
Una parte dei 40 iscritti si è messa a disposizione per eventuali necessità alle partite ma non è costantemente attiva. Per tutti gli altri, essendo amatori, ci sono impegni famigliari e lavorativi che non consentono di essere costantemente presenti. Il numero elevato di iscritti però ci permette di avere sempre un discreto numero di presenze ad allenamenti, partite e momenti goliardici. Dietro c'è un continuo lavoro di team building per tenere alto lo spirito e lo stimolo”.

Avete giocato per molti anni nel torneo Amici del calcio. Che differenze avete trovato nella Lcfc?
Nel livello di organizzazione, si vede la differenza di struttura che c'è dietro le quinte.
Anche questo è stimolante
”.

Quali sono gli avversari che temete di più per la corsa al titolo?
Le cinque partite che mancano al termine sono quasi tutte abbastanza impegnative perché con squadre notoriamente di livello; probabilmente le più temibili sono Giais, Valvasone e San Martino. La prima è per noi, per il legame che c’è, è paragonabile ad un derby, il San Martino è una bella squadra giovane e molto veloce che non molla mai fino alla fine, mentre il Valvasone ha una rosa importante”.

Secondo te chi è il vero motore dell'Aurora?
Credo che non ce ne sia uno unico: di certo senza il lavoro a monte del presidente Canciani non esisterebbe la squadra da così tanti anni”.

Chi è il giocatore che non vi aspettavate e che quest'anno è il valore aggiunto dell'Aurora?
Non è facile rispondere perché tutti hanno dato modo di dimostrare i propri valori, soprattutto se penso ai 2 anni di stop ed alla voglia di giocare che tutti hanno. Alcuni sono più intercambiabili sui vari ruoli e molti hanno esibito impegno e costanza nella qualità ed efficienza del gioco”.