di Marco Bisiach

Guardi la classifica e ti rimane sul viso un’espressione a metà. Né brutta né troppo bella. Perché in fondo la posizione è quella da lotta per evitare i playout, con un vantaggio robusto solo sul fondo, ma a ben vedere lo stesso distacco che c’è con la penultima piazza (5 punti) è quello che divide dal terzo gradino del podio di una graduatoria incredibilmente fluida. Ecco perché la fotografia di fine anno del Ronchi non deve fermarsi ai freddi numeri, ma deve piuttosto puntare alla sostanza, e analizzare il senso del percorso.
Allora si che quell’espressione così così potrà aprirsi in un sorriso, pensando alla crescita di un gruppo che chiude il 2021 e saluta l’andata del girone B di Eccellenza con un bilancio positivo.
Il dato che balza all’occhio è il rendimento dell’ultimo mese abbondante prima della sosta. Contasse solo quello, il Ronchi di Stefano Gregoratti sarebbe tra le big del torneo, visto che negli ultimi cinque turni dell’andata ha collezionato il quarto miglior rendimento con dieci punti in saccoccia, frutto di tre vittorie, un pareggio e una sconfitta, proprio nel commiato contro lo straripante Torviscosa. Che, comunque, nello stesso periodo di punti ne ha fatti solo tre in più, miglior bilancio del girone assieme a quello dello Zaule Rabuiese (13 punti in fila, con quattro vittorie e un pareggio) e di un’incollatura davanti al redivivo Chiarbola Ponziana, che con 12 punti in cinque partite, e le ultime quattro vittorie consecutive, ha messo insieme la striscia di vittorie più lunga del torneo, scalando la classifica.
Ma dicevamo del Ronchi, la cui crescita è figlia di una serie di fattori combinati. Gregoratti ha dovuto fare i conti nelle prime settimane di stagione con una rosa praticamente ridotta all’osso da infortuni, squalifiche, assenze per motivi personali. Il suo lavoro però, con il tempo, ha creato un gruppo estremamente organizzato e capace di sopperire a inesperienza e limiti oggettivi con l’applicazione e la determinazione. Al progressivo ritorno in campo di diversi titolari, si è aggiunta la crescita – parlare di esplosione è forse eccessivo, visti i soli tre gol all’attivo – del nuovo arrivato attaccante sloveno Rok Buzinel, il cui peso specifico nel gioco del Ronchi e davanti alla porta in alcuni match decisivi ha permesso di svoltare.

Direi che abbiamo ottenuto il massimo grazie all’organizzazione di squadra, al collettivo, e chiudiamo un anno per questo positivo, a livello di risultati – conferma a CalcioFvg l’allenatore del Ronchi Stefano Gregoratti -. Siamo partiti con tantissime incognite e tanti giovani, ma con il tempo abbiamo trovato la continuità che ci ha dato più energia e convinzione”.
Certo tutto questo non basterà da solo al Ronchi per salvarsi. Servirà, soprattutto, modificare un’altra delle voci che caratterizza la classifica dei bisiachi. Quella relativa ai gol segnati. Pochi, pochissimi, troppo pochi. Appena dieci in undici gare, per intenderci solo due in più di quel Primorec che dall’ultimo posto della classifica pare onestamente già aver alzato bandiera bianca per questa stagione.
C’è bisogno che i nostri attaccanti, i nostri giovani, dopo aver assaggiato e imparato a capire una categoria difficile come l’Eccellenza, inizino a trovare la porta con più continuità – ammette mister Gregoratti -. L’organizzazione e il gioco sono importanti, ma ogni tanto serve anche un’invenzione, un colpo individuale, che permetta di sbloccare una partita o di portare a casa qualche vittoria decisiva. Soprattutto nel girone di ritorno, quando la palla inizierà a scottare e ogni punto potrà fare la differenza”.
La parola, dunque, passa dunque ai vari Rok Buzinel, Emrah Becirevic e Ciro Autiero, ma pure al giovanissimo Stefano Iacoviello o a quel Marco Veneziano sul cui recupero a pieno regime Gregoratti punta molto. Dai loro gol, soprattutto, passeranno i destini di un Ronchi che chiude il 2021 con qualcosa di più di un mezzo sorriso, ma che a primavera vorrebbe aprirlo in una risata piena.