di REDAZIONE

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Dopo i fatti di Udine - scontro tra frange di tifosi, alla Dacia Arena e alla fine della partita Udinese Napoli, che avrebbe coinvolto, a titolo personale, quello che è, o meglio era, pure il vertice di una società calcistica monfalconese (vedi articolo di ieri) - si è riaperto il dibattito sulla violenza negli stadi e, generalmente, fuori e dentro i campi di calcio.

A vari personaggi e dirigenti sportivi abbiamo, appunto, chiesto un commento sugli episodi di violenza nel calcio.

Paolo Lazzeri, presidente dell'Itala San Marco

In primo luogo, da avvocato, rilevo che non vi è una condanna definitiva e che quindi bisogna attendere l’accertamento dei fatti. Ho visto una esagerata sovraesposizione mediatica a danno dei diritti della persona sottoposta a provvedimenti restrittivi. Ciò premesso l’aria che si respira negli stadi a tutti i livelli, sta diventando irrespirabile. Credo che tutto ciò non possa essere più accettato. Lo stadio non può essere un porto franco nel quale sfogare ogni istinto. A livello di serie A è necessario intervenire come fatto in Inghilterra. Non si può giustificare ogni comportamento esasperato, compresi i festeggiamenti, come fatto di costume.

Andrea Pirró, allenatore del Moruzzo

Penso che chi va allo stadio deve semplicemente andare a guardarsi una partita di calcio, tifando per la propria squadra e non contro la squadra avversaria...guardando e applaudendo i gesti tecnici, le belle giocate e il bel gioco di tutti i giocatori in campo. Io almeno cerco di comportarmi in questo modo.

Cristiano Romano, presidente del Muglia Fortitudo

Trovo abbastanza assurdo la violenza negli stadi e ancora di più nei campi di calcio specialmente giovanili. Per quanto riguarda Udine: credo che per una partita dove veniva assegnato uno scudetto doveva esserci maggiori controlli ma soprattutto non si doveva permettere l'ingresso in campo della tifoseria. Mi dispiace molto per il presidente della Romana e spero che si risolva presto.

Andrea Giovannini, presidente del Campanelle

Ritengo che sia assurdo arrivare a farsi arrestare per una partita di calcio, penso anche che si possa essere coinvolti al 100% ma alla fine deve restare sempre un gioco, il più nel gioco del mondo. Gli interessi dei singoli tifosi sono importanti ma non tali da dover giustificare atti che possono portare ad una situazione simile. Bisognerebbe sapere bene, però, anche come sono andate le cose.

Pierangelo Pacorig, dirigente Isonzo San Pier

Da condannare assolutamente. A maggior ragione se si tratta di un tesserato FIGC e addirittura presidente di una societa'. Ci vogliono provvedimenti severi come deterrente per impedire comportamenti analoghi in futuro (invasioni di campo, scontri, cori razzisti).

Flavio Mongardini, dirigente dell'InterSanSergio

Si bada molto a punire cori razzisti, striscioni ecc… ma permettiamo ancora a delinquenti di travestirsi da tifosi. Questo non è sport, questo non è tifo. E se viene coinvolto un dirigente di una società, l'immagine di quest'ultima viene lesa e l'esempio per i settori giovanili è più che pessimo. Comunque faccio una domanda: "Perché una volta all'Olimpico di Roma ero a vedere Italia - Irlanda di rugby e bevevo birra con gli irlandesi e la settimana dopo per il derby calcistico della, capitale c'erano cordoni di polizia ovunque?". Cominciamo a chiederci, intanto, cosa è andato storto.

Marco Baso, dirigente del Lovaria

La violenza va sempre punita e non esiste giustificazione purtroppo, e neanche, se ti vengono a sbeffeggiare sotto la curva. Invece di diramare comunicazioni senza valore da parte della tifoseria dell'Udinese (“non saranno tollerati...bla bla”) spettava alla federazione minacciare, con penalizzazioni, lveventuale invasione di campo. Come succede per i cori razzisti o i fumogeni. Con la minaccia di una sconfitta a tavolino nessuno mette piede in campo. È andata bene; poteva finirei con un esito molto più tragico.

Marzio Potasso, allenatore del Muggia2020

Premetto che il mio parere va aldilà del coinvolgimento del dirigente Monfacolnese visto che non lo conosco personalmente e non mi permetto di dare giudizi. La gente va allo stadio per guardare una partita di calcio, per divertirsi e tifare per la propria squadra, purtroppo tra questa gente si intrufolano dei personaggi che pensano solamente a offendere i giocatori con cori razzisti o fomentare risse. È quello che sta succedendo ormai in diversi campi. Penso che sia arrivato il momento di punire più severamente questi soggetti, non semplicemente lasciandoli fuori dallo stadi, anche perché adesso ci sono dei sistemi che permettono di individuare più facilmente i colpevoli.

Lorenzo Stefani, allenatore dell'Opicina

Gesti assolutamente da condannare a grandi livelli ma anche nei Dilettanti. Purtroppo abbiamo avuto in regione qualche episodio spiacevole che stride assolutamente con il mondo del calcio.

Gennaro Falanga, dirigente della Usd Bisiaca

Sono la persona meno indicata per esprimere un giudizio sui fatti di giovedì. Mi sono dimesso da consigliere regionale FIGC per essere stato protagonista di un episodio violento anche se di altra natura sugli spalti di capriva. Sono un grande tifoso del Napoli e difficilmente un mio giudizio non sarebbe di parte. Però una cosa posso dirla sulla mia esperienza personale. A mente fredda mi sono reso conto che il mio comportamento a messo in grave pericolo altre persone in un modo che, aldilà delle ragioni, poteva portare conseguenze sproporzionate ai motivi che mi avevano indotto ad una reazione violenta. Giovedì in campo, protagonisti di una invasione pacifica, c'erano famiglie intere con i bambini. Le provocazioni degli ultrà napoletani e la reazione di quelli Udinese ha scatenato il panico in un "fuggi-fuggi" generale che fortunatamente, grazie alla struttura moderna della Dacia Arena ed al pronto intervento delle forze dell'ordine, ha evitato il peggio. Mi sembra chiaro che i tifosi organizzati devono capire, come ho capito io, che sono responsabili della sicurezza degli altri e che i loro comportamenti possono avere conseguenze esponenziali. Il governo del calcio deve essere più severo in questo senso. Le ammende per la responsabilità oggettiva delle società servono solo a fare cassa. Un provvedimento serio nei confronti di tutte e due le società imponendo la prossima partita a porte chiuse avrebbe rimandato la festa al Maradona e avrebbe impedito la passerella degli ultrà alla Dacia accolti come eroi. Così facendo l'unico risultato raggiunto è che la prossima Udinese - Napoli sarà un partita ad alto rischio con conti ancora da saldare. Ma sarà difficile che riporterò i miei nipoti allo stadio.

Gabriele Chersicola, dirigente del Deportivo

Suppongo che siano stati fatti degli errori di valutazione da parte dei vertici delle autorità cittadine. Sanno benissimo le frizioni esistenti tra le due tifoserie. Quell'invasione non andava permessa.

Lorenzo Biasin, allenatore Under19 Zaule

Indipendentemente se la persona coinvolta sia colpevole o meno (ci penseranno le figure preposte a giudicare il tutto) la violenza negli stadi è una cosa assurda. Si parla di fare riavvicinare le famiglie agli stadi e poi in un momento di festa succede il patatrac. Purtroppo episodi violenti sono sempre più frequenti, specialmente nel movimento dilettantistico, il che rende tutto ancora più assurdo. Bisognerebbe rallentare un po' tutti e tornare a un livello passionale di sport e non a uno esasperato.

Domenico Arrisicato, allenatore

Ho sempre condannato, sia la violenza fisica che quella verbale in qualsiasi luogo e situazione. Sogno un calcio colmo di dignità e rispetto verso gli avversari, che non sono nemici. Certo è che la classe dirigente, in ogni tempo, non dato un grande aiuto. Non credo che ci sia altro da commemtate.

E, per concludere, l'opinione del maestro della boxe Franco Visintin, della Planet Fighters di Monfalcone

Sono un dirigente sportivo e maestro della nobile arte pugilistica. Nel nostro sport ci si picchia, è vero, ma secondo regole ben definite e col massimo rispetto dell'avversario e dei tifosi. C'è da interrogarsi, allora, se la violenza è la nostra o quella che accade, troppo spesso, fuori e dentro i campi di calcio.

e di Maurizio Zuppi, allenatore di basket.

E' mia opinione che l’educazione sportiva dovrebbe partire proprio dalla scuola e dalle società sportive dove gli istruttori, prima di tutto, dovrebbero essere educatori. Non sopporto neanche il tifo contro gli avversari immaginate gli atti di violenza. Esistono dei premi cosiddetti fair play ai quali soprattutto a livello giovanile bisognerebbe dare maggior importanza.

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Altre persone, pur se contattate, non hanno ancora comunicato una risposta: in caso positivo seguirà il debito aggiornamento dell'articolo.