di Alessandro Craighero

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Purtroppo nel 2025 è ancora necessario sprecare inchiostro e tempo per parlare di razzismo nei campi di calcio. Stavolta il teatro dello spiacevole episodio è stato il "Gigi Molaro" di Mereto di Tomba, dove era in programma la sfida di prima categoria C tra i padroni di casa del Mereto Calcio e la Castionese. Una partita tra due squadre che ormai non avevano più nulla da chiedere a questo campionato, sulla carta un match che si preannunciava "tranquillo" come spesso succede nel finire dei raggruppamenti.

Tutto succede alla mezz'ora della prima frazione, quando vengono espulsi il capitano dei padroni di casa Luca Del Mestre ed il calciatore ospite Sheriff Manneh, originario del Gambia. Il comunicato ufficiale n°108 della LND del FVG parla di "espressioni discriminatorie di stampo razzista", pertanto sono 10 le giornate di squalifica inflitte al calciatore del Mereto Calcio.

La versione delle due società, partendo dalle dichiarazioni di Del Mestre:

"Dopo aver subito un’entrata dura in cui sono stato colpito alla tibia della gamba sinistra e al ginocchio destro, provocando sanguinamento, lacerazioni, impossibilità di camminare, gonfiore e dolore ad entrambi gli arti, ho allontanato verbalmente il giocatore che mi aveva fatto quel fallo pronunciando ad alta voce le frasi “vai via, stammi lontano, vai via perché non ti sei nemmeno reso conto di quello che hai fatto”. Nel frattempo l’arbitro aveva fischiato ed era entrato il massaggiatore. Mente chiedevo insistentemente all’arbitro il provvedimento disciplinare per il brutto fallo subito, sono arrivati il capitano dell’altra squadra dicendomi di stare zitto e, mentre ero steso per terra, mi sono sentito prendere per il collo dal giocatore che mi aveva fatto il fallo. Ho reagito allontanandolo con forza al che è tornato sotto prendendomi ancora per il collo. A quel punto ho pronunciato la frase incriminata e mi sono arrivati colpi da parte sua, che ho respinto, e da parte del capitano dell’altra squadra, del terzino n.3 e del difensore centrale n.6. Mentre ero steso per terra sanguinante e accerchiato ho visto sventolarmi il cartellino rosso da parte dell’arbitro. A fatica i miei compagni sono riusciti ad allontanare gli avversari che continuavano a proferire frasi contro di me. Facendomi portare fuori dal campo l’arbitro sollecitava il mio allontanamento dal campo che è avvenuto con l’ausilio della barella qualche minuto dopo data l’impossibilità di camminare. Usciti dal campo e appena raggiunti gli spogliatoi entrambi ci siamo chiariti negli spogliatoi senza problemi e scusati a vicenda per l'accaduto (scuse da parte mia accettate per il fallo e da parte sua accettate per la frase). Poco dopo mi sono recato al pronto soccorso per accertamenti medici dopo i quali ho dovuto prendere due giorni di malattia per poter riprendere a camminare".

Il commento della società presieduta da Michele Toppano:

"Come società condanniamo e ci dissociamo da ogni comportamento discriminatorio e ci scusiamo con il giocatore e la società Castionese per quanto accaduto."

Sponda Castionese abbiamo contattato il giocatore coinvolto, Sheriff Manneh, che ha spiegato la sua versione dei fatti:

"C'è stato un contrasto dove a mio parere non c'era fallo, mi sono fermato ed ho chiesto scusa al mio avversario ma lui non ha accettato. Sono stato fermo quasi 5 minuti poi ha iniziato a chiamarmi "animale" e "scimmia". A quel punto ho iniziato a reagire anche io, penso sia normale quando ti dicono ste cose".

La versione della società Castionese attraverso un comunicato ufficiale fornitoci dal vice presidente Di Lillo:

In qualità di Vicepresidente della ASD Castionese, ritengo doveroso fare chiarezza su quanto accaduto durante la gara di campionato disputata domenica 4 maggio 2025 valida per la 25^ giornata, che ci vedeva opposti all’ASD Mereto. Al 31’ del primo tempo, a seguito di un normale contrasto di gioco tra il nostro tesserato Manneh e il capitano del Mereto, Del Mestre, si è verificato un episodio di estrema gravità che ha turbato non solo i diretti interessati, ma anche l’intero ambiente sportivo presente. Dopo un intervento in scivolata particolarmente deciso da parte del giocatore Del Mestre, il nostro atleta Manneh – nel tentativo di evitare l’impatto – ha frenato la corsa, ma il capitano del Mereto ha subito un colpo involontario che gli ha causato una ferita alla gamba. L’arbitro, pur non ravvisando gli estremi del fallo, ha giustamente fermato il gioco per soccorrere i due atleti coinvolti. Nonostante l’evidente involontarietà dello scontro e il gesto di grande fair play del nostro calciatore – che ha immediatamente chiesto scusa al collega – il capitano del Mereto ha rifiutato le scuse, iniziando a inveire contro Manneh con insulti gravi e inaccettabili. In particolare, ha ripetutamente rivolto epiteti razzisti, chiamandolo “animale” e successivamente “scimmia”. Tali parole sono state udite chiaramente da chi si trovava in prossimità delle panchine, me compreso. Il direttore di gara, il sig. Marcato della sezione di Tolmezzo, ha preso atto delle gravi offese ed ha espulso il giocatore Del Mestre. Solo dopo essere stato bersaglio di tali insulti, il nostro tesserato Manneh ha reagito in modo impulsivo, cercando un contatto fisico con l’avversario, ma è stato prontamente fermato dai calciatori di entrambe le squadre. Anche Manneh è stato espulso, come previsto dal regolamento, per la sua reazione. Desideriamo sottolineare con senso di responsabilità che alcuni calciatori del Mereto si sono immediatamente dissociati dal comportamento del loro compagno, scusandosi con i nostri ragazzi. Un gesto che abbiamo molto apprezzato. Oltre a Manneh, anche un altro nostro calciatore presente in campo, Appiah, ha vissuto con profondo turbamento quanto accaduto. Riteniamo che in campo, come nella vita, non ci sia spazio per alcuna forma di razzismo o discriminazione. La nostra società si fonda sui valori del rispetto, dell’integrazione e del gioco pulito, che continueremo a promuovere con convinzione. A nome della ASD Castionese, esprimo la massima solidarietà a Manneh e Appiah, e condanniamo con forza ogni atto razzista, dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Ci auguriamo che episodi del genere vengano puniti con fermezza dalle autorità competenti e che si continui a lavorare tutti insieme per un calcio che sia davvero di tutti.