di PUGACCIO

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Cosa c'entra il bomber di Montebelluna col noto fantasista brasiliano e il Boss statunitense?

L'ha spiegato a Cormòns proprio lui, Aldo Serena (ex attaccante, classe 1960), in una serata organizzata ad hoc e nella città collinare che accoglie spesso personaggi di rilievo del panorama sportivo e calcistico non solo nazionale.

L'evento è stato magistralmente curato e condotto da Matteo Femia, giornalista de Il Piccolo. Oltre a presentare il libro di Serena, "I miei colpi di testa" ed. Baldini Castoldi, la penna isontina, dopo aver citato il record dei tre campionati vinti dall'ospite con tre squadre diverse (Juventus, Inter e Milan), l'ha pungolato con interessanti domande suscitando, per tutta risposta, una serie di aneddoti sulla Nazionale e Juventus, su Michel Platini, sui Mondiali (in particolare quelli del 1990 dove Serena fu tra i protagonisti) e su molto altro della vita calcistica, e non, a cavallo degli anni ottanta e novanta. In questo periplo argomentativo è stato coinvolto anche il folto pubblico presente per l'occasione; tra i tanti in sala Bruno Pizzul, decano del giornalismo sportivo italiano, che non s'è risparmiato battute e interessanti interventi.

Quindi colpi di testa, quelli del "buon Aldo" - occhi vispi e fullcontrol, guance rosse, sorriso stampato sul volto e toni pacati che tradiscono, con un marcato accento, le origini venete - fuori e dentro del campo.

E sì, perché questo "numero 9" la domenica si faceva rispettare e lá davanti, in quell'area piccola, ben pochi difensori riuscivano a placare il suo impeto offensivo che aveva nell'incornata la parte migliore del repertorio.

Lo sanno bene Paolo Miano e Gianfranco Cinello, ex Udinese, immancabili "io c'ero" di questa manifestazione cormonese.

Ma Zico, al secolo Arthur Antunes Coimbra, e il Boss (Bruce Springsteen) che relazione hanno con Serena?

Embè, il "dieci della Selecao" fu maestro di buona educazione e folgoró Serena quanto a bon ton. Si stava disputando Udinese - Torino (7/10/1984, 0-1 Serena al 31') e il Galinho (galletto) bianconero, da avversario, significó all'esuberante attaccante granata, che poca cosa avrebbe fatto il suo insistente maltrattamento verbale nei confronti del compagno di reparto, Walter Schachner, che era in difficoltà durante la partita: "Non lo vedi che è già in difficoltà. Le tue parole non fanno che alimentarla e metterlo in crisi. Cerca di capirlo" così si espresse Zico in quel frangente. Serena rimase folgorato da queste parole e la conseguente lezione di vita, non solo calcistica, la porta in dote ancor oggi.

E Springsteen?

Correva l'anno 1985, il 21 giugno per l'esattezza e il campionato si era da poco concluso. Allo stadio di SanSiro di Milano c'era la prima data italiana del concerto dell'eclettico cantautore statunitense. Serena aveva i biglietti in tasca già da tre mesi ma senza fare i conti con Ernesto Pellegrini, allora presidente dell'Inter, che lo chiamó il giorno stesso per firmare il contratto di cessione alla Juventus (dall'Inter, appunto, e dopo il fine prestito al Torino). Sul tema "concerto sì o concerto no" (Pellegrini voleva chiudere subito l'affaire cozzando apertamente con l'interesse di giornata di Serena) ci fu una lunga trattativa tra il calciatore e "el sciur dutur" neroazzurro che finì col compromesso della firma entro mezzanotte nella sua villa che si trovava viciniori allo stadio. Accordo fatto ma niente "bisdelBoss" per Serena!

E per le altre curiosità? Basta leggere il libro!

Aldo Serena e Matteo Femia, giornalista de Il Piccolo.

Aldo Serena e Matteo Femia, giornalista de Il Piccolo