di Marco Bisiach

Riproduzione vietata ©

Da distribuire ci sono soltanto tre punti, come sempre. Vallo a dire però agli uni e agli altri, a Pro Gorizia e Juventina, ai rispettivi giocatori e tecnici, e ai tifosi. Sarà retorica, ed anzi lo è, ma in palio c’è molto di più. C’è un derby, quello di Gorizia in Eccellenza, che andrà in scena d’anticipo sabato pomeriggio allo stadio “Bearzot”, mettendo di fronte colori, identità e storie diverse. Mondi che si osservano, peraltro nemmeno da lontano visto che le rispettive case sono quasi una di fronte all’altra, separate da poche centinaia di metri in linea d’aria. E magari non si amano. Ma si rispettano e si stimano, e anche per questo vogliono superarsi. Vogliono maledettamente superarsi. Ecco perché ci sarà in palio molto di più di una semplice vittoria e di soli tre punti per la classifica (pur importantissimi per entrambe) allo stadio “Bearzot”, in quello che è il primo derby di campionato tra Pro Gorizia e Juventina nel post pandemia, e il secondo incrocio stagionale dopo l’assaggio in Coppa Italia, vinto dalla Pro per 2-1.

Questa comunque è un’altra storia, oltre che un’altra competizione. Sono passati i mesi e i percorsi si sono delineati, in modo abbastanza simile alle previsioni. La Pro Gorizia corre per il vertice (e ha convinto forse anche più di quanto ci si attendeva), la Juventina dopo aver faticato all’inizio sta facendo bene nella pancia della classifica, che ha bisogno però di irrobustire. Ci proverà, anche nel derby. Una gara che offre spunti diversissimi e numerosi. Si confrontano la formazione simbolo della città e se vogliamo della sua anima italiana, e quella che rappresenta un’intera comunità, la comunità slovena che è una delle tante componenti importanti del capoluogo isontino. La Pro nel recentissimo passato si è ripresa il trono a suon di risultati e di piazzamenti importanti, ma per molti anni, quelli della crisi dei biancoazzurri della Campagnuzza, era stata proprio la Juventina a tenere in alto il nome di Gorizia nel mondo del pallone.

Questa la storia di una lunga rivalità. Poi ci sono le storie di tanti singoli, tanti ex, soprattutto dalle parti di Sant’Andrea. Qui, con la Juventina, troviamo tante stelle che in passato hanno brillato in maglia Pro. Marco Piscopo, ad esempio, che vivrà un derby nel derby spesso contrastato o marcato da Luca Piscopo, ma anche Lorenzo Selva che è sbocciato tra i “grandi” proprio alla Campagnuzza, e quel Danjel Cerne che è stato pilastro del centrocampo biancoazzurro. Così come Edison Hoti ha fatto innamorare con la sua classe molti tifosi della Pro, prima di sposare il progetto della Juventina. E pure Andrea Racca, che non ci sarà perché infortunato, ma che è stato un giocatore biancoazzurro prima di diventare capitano biancorosso. E poi, ancora, il confronto tra due società che hanno vissuto momenti differenti: la Juventina all’insegna della continuità, da un quarto di secolo con la stessa guida (il presidente Marco Kerpan) e da quasi un decennio con lo stesso allenatore (Nicola Sepulcri). E la Pro Gorizia che negli ultimi anni ha cambiato pelle, e ha gettato le basi di un progetto ambizioso affidato a mister Fabio Franti.

Una gara da “1X2” in schedina allora questo derby, malgrado i numeri dicano Pro Gorizia, che però sarà ancora una volta in emergenza per i tanti assenti. Un equilibrio che si legge sulla carta e che è confermato dai precedenti, in assoluta partita: delle nove gare giocate al “Bearzot”, fu Campagnuzza, tre le hanno vinte i padroni di casa, tre i biancorossi di Sant’Andrea, e tre sono finite in parità. La decima volta, da che parte penderà?