di MASSIMO DI CENTA

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Vedendo quella faccia da “duro” e quel suo modo di giocare a tutta grinta, non si direbbe mai che Davide Quaino, classe 2004, esterno del Tricesimo, sia dotato di una sensibilità straordinaria e di un mondo tutto suo pieno di valori positivi, aspetti che escono fuori quando ci parli. Davide comincia a giocare nella squadra del suo paese, il Forum Julii di Cividale, per poi passare quasi subito al Donatello, società leader per quanto riguarda il settore giovanile. «È stata un’esperienza importante – dice – perché in quell’ambiente ho trovato allenatori che mi hanno aiutato a crescere, non solo come calciatore ». Finita l’esperienza udinese, torna al Forum Julii, dove ritrova il gusto di giocare dopo due anni di covid che gli avevano fatto quasi passare la voglia. Poi, il passaggio al Tricesimo: aveva fatto una specie di periodo di prova, ma il tecnico della juniores gli aveva assicurato che se non fosse stato pronto per la prima squadra lo avrebbe preso a giocare con lui. Le cose non sono andate subito benissimo, perché, in effetti, non era la prima scelta tra i fuori quota, ma lui ci ha dato dentro, allenamento dopo allenamento, fino a conquistarsi il posto nella squadra dei grandi. Mauro Lizzi, evidentemente, ci ha visto giusto, perché Davide è uno dei punti di forza della formazione biancazzurra, che sta vivendo un’annata difficile. La sua passione per il calcio ha un nome ben preciso: papà Gianluca, che non ha mai giocato a pallone, ma lo ha sempre seguito. Purtroppo, papà Gianluca, è mancato un anno e mezzo fa, ma ha lasciato nel figlio una motivazione fortissima e se il figlio ha trovato dentro di sé forza e voglia di emergere è dovuto per buonissima parte a questo legame. Un legame raccontato in maniera molto tenera dalla foto profilo che ha sul suo telefonino e lo ritrae piccolissimo assieme al papà. E non sarà questo, come vedremo in seguito, l’unico dettaglio che il suo telefonino racconta di lui... Adesso a seguirlo è mamma Francesca «che ha preso il posto di papà», dice, e che deve dividere le sue attenzioni anche con il fratello Andrea, quindicenne tesserato col Donatello. Dal punto di vista calcistico siamo di fronte al classico giocatore che fa dell’esuberanza fisica il suo punto di forza, assieme alla generosità, alla capacità di interpretare sia la fase difensiva che quella offensiva e ad una capacità di adattamento ai ruoli che non gli fanno difetto. Essendo un prospetto interessante ha ancora qualche punto da migliorare e lo fa ascoltando i consigli dei giocatori più esperti. Quelle che una volta gli sembravano critiche adesso li percepisce come consigli e proprio in questa sua voglia di migliorarsi potrebbe essere il segreto della sua rapida crescita. L’extra calcio lo vede impegnato negli studi: frequenta il primo anno di ingegneria gestionale all’Università di Udine, ma non sembra intenzionato a proseguire nel settore. Il suo futuro prevede qualcosa legato alla cura ed al miglioramento della forma fisica. Per quanto riguarda il futuro calcistico si dice fermamente intenzionato a puntare sempre più in alto, provando a misurarsi nelle categorie superiori. Ma non si nasconde che il percorso è difficile: « Se ci riuscirò bene – ammette – altrimenti pazienza». E qui è ancora il suo telefonino che ci racconta un suo modo di pensare. La frase che campeggia sul suo profilo whatsapp recita: utrumque paratus, ovvero sempre pronto, per una cosa o per l’altra. Incredibile come i telefonini, insomma, abbiano la capacità di parlare anche quando sono spenti ...