È tutta racchiusa nella decina di chilometri scarsi che separano Cordovado da San Vito al Tagliamento la ancora breve storia calcistica di Manuel Morassutti, attaccante ventenne della Spal Cordovado: a Cordovado infatti aveva iniziato a tirare i primi calci, prima di di passare alla Sanvitese dove si è fatto tutta la trafila, dagli Esordienti alla prima squadra, prima di tornare, due anni fa, nella squadra del suo paese. Un fisico che sembra fatto apposta per il calcio di oggi (settantasette chili distribuiti in 185 centimetri) e che infatti lo aiuta molto nel suo modo di giocare. Manuel infatti è uno di quegli attaccanti che garantisce profondità per l’ottima protezione nella difesa della palla, per la buona predisposizione al gioco aereo e in possesso di una tecnica di base assolutamente di prim’ordine. Non si tira indietro quando c’è da battagliare a sportellate con i difensori avversari, mentre deve ancora sviluppare la freddezza, quel pizzico di egoismo ed il cinismo sotto porta, ma in questo il tempo gioca chiaramente a suo favore. Prima punta di stampo classico, all’occorrenza sa farsi valere anche come seconda punta, ma preferisce stare al centro dell’attacco.

I segreti dell’attaccante gliel’ha insegnati Massimiliano Rossi, uno che quando si parla di calcio in Friuli non ha bisogno di presentazioni: fu Rossi che lo fece esordire in prima squadra a San Vito e ad ogni allenamento gli svelava i movimenti e le giocate per essere non solo un finalizzatore, ma anche lo snodo offensivo per la manovra della squadra. In questo periodo in cui il calcio è fermo continua ad allenarsi da solo, anche se chiaramente gli manca molto l’allenamento classico, quello con i compagni, anche perché costituisce un momento di aggregazione per il gruppo che va oltre l’aspetto puramente tecnico e tattico. E poi si dice molto curioso di poter lavorare con Pino Vittore (subentrato a Massimo Muzzin sulla panchina giallorossa poco prima di Natale): di lui ha sempre sentito parlare come una specie di guru per le sue capacità di mettere in campo le squadre e per quella mentalità vincente che sa trasmettere ai sui giocatori.

La passione per il calcio è stata quasi inevitabile, visto che anche papà Franco ha un buon passato da attaccante ed ora è diventato spettatore attento e critico nei confronti del figlio, al quale al termine di ogni partita fa la sua personale pagella, sottolineando le cose buone e quelle meno buone della prestazione. La passione per il calcio si può definire in qualche modo genetica: anche l’altro rampollo di casa Morassutti, infatti, Nicola, gioca da difensore centrale nelle giovanili della Sanvitese. Gli impegni dei due ragazzi costringono mamma Sonia a dei veri e propri tour de force perché la mattina segue Nicola ed il pomeriggio Manuel, in casa ed in trasferta.

Se chiedete a Manuel (milanista) chi è il suo idolo magari vi aspettereste di sentirvi rispondere Ibrahimovic (viste anche le caratteristiche fisiche simili) ed invece il modello da seguire lo trova in Filippo Inzaghi, forse perché aveva quel senso del gol e quell’egoismo che lui, tipico delle punte, che lui deve ancora sviluppare.

Nel frattempo, c’è una scuola da finire, l’Ipsia, che frequenta a Portogruaro: una bocciatura negli scorsi anni, l’ha costretto ad allungare di un anno il percorso scolastico e diciamo che le pagelle dei giornali sportivi hanno voti più belli di quelle dei professori ...