Sdi MASSMO DI CENTA

È un San Daniele che punta in alto quello attualmente al comando, in coabitazione con il Cussignacco, del girone B di Seconda categoria. Lo pretende il lignaggio e la tradizione di una società con una storia ultra secolare. I tempi difficili seguiti al dopo Fantinel, insomma, sembrano superati e adesso c’è un gruppo dirigenziale che ha saputo riportare entusiasmo e qualità all’interno di un ambiente al quale la Seconda categoria sembra stare davvero stretta. Il presidente Guido Di Giorgio ha saputo amalgamare un gruppo di persone con tanta voglia, tanta passione e tanta capacità e ne è uscita una società organizzata fin nei minimi dettagli. Un personaggio importante del gruppo è senza dubbio Paolo Toppazzini, vice presidente (nella foto di copertina). Ma sarebbe riduttivo indicarne solo la carica, perché in realtà Toppazzini è molto di più: è un pezzo di storia del calcio di San Daniele, ex giocatore ma soprattutto da sempre legatissimo alla squadra. Lo abbiamo sentito per farci raccontare il San Daniele da dentro.

«Sono al mio terzo anno da vice presidente – ci ha detto – ma questo è come se fosse l’anno zero, dopo due stagioni spezzate a metà. C’è voglia di finire regolarmente, quest’anno».

E di finire primi in classifica magari …

«Di certo non nascondiamo le nostre intenzioni, anche se sappiamo che sarà durissima, perché la concorrenza è agguerrita. Cussignacco, Tagliamento, Barbeano e Valeriano – Pinzano sono tutte formazioni in grado di giocarsi le loro carte».

E le vostre carte quali sono?

«Ne abbiamo anche noi, indubbiamente: l’organizzazione societaria, un organico competitivo ed un allenatore come Raffaele Rosso che sa sfruttare al meglio il materiale a disposizione. In rosa poi abbiamo elementi di assoluto valore e non solamente dal punto di vista tecnico. Giocatori come Pascutti, Rebellato, Petrussa, Dovigo, Picco e Ziraldo sono in grado di garantire una mentalità vincente, col loro modo di interpretare il calcio. In loro Rosso ha trovato un valore aggiunto per la crescita del gruppo. In più, il mister ci mette tantissimo di suo: nelle sedute di allenamento pretende impegno ed intensità assoluti, poi, alla fine è il primo che si ferma coi giocatori».

I dopo allenamento stanno diventando una bella consuetudine, vero?

«Una consuetudine bellissima, tant’è vero che adesso si sta parlando di organizzare la cena anche dopo la seduta del mercoledì, oltre a quella del venerdì. Questo è un gruppo che va oltre il campo, è tutta gente che ha trovato nell’aggregazione, nello spirito di corpo un fattore determinante che poi si porta dentro il campo di gioco».

A livello di settore giovanile come vanno le cose?

«Possiamo dire che il Covid ci ha tolto qualcosa, ma abbiamo numeri importanti: ci sono 150 ragazzi tesserati, che vanno dai Primi calci agli Allievi. Mentre per gli Juniores abbiamo stretto un proficua collaborazione con il Ragogna».

E il paese com’è nei confronti della squadra?

«Ecco, questo è un aspetto che mi ha sorpreso in maniera positiva. Ci sono molte persone a seguirci, sia in casa che in trasferta, e questa è la riposta più bella che potevamo aspettarci, perché significa che apprezzano il nostro lavoro».

Da un punto di vista delle risorse umane abbiamo capito che non avete problemi. E per le risorse finanziarie?

«Anche da questo punto di vista non possiamo lamentarci. Il chiosco funziona benissimo, gli sponsor storici non ci hanno tradito e qualcuno si è aggiunto nonostante il periodo non sia dei migliori dal punto di vista economico. Anche l’Amministrazione comunale è molto collaborativa nei nostri confronti. Abbiamo davvero un ottimo rapporto di collaborazione con Sindaco e Assessore».