di Marco Bisiach

Il settore giovanile della Pro Gorizia ha appena iniziato un nuovo capitolo della sua storia dopo la corposa riorganizzazione del recentissimo passato, ma è già stato capace di portare a casa i primi risultati importanti. Tra questi, i piazzamenti ottenuti al “Torneo della Ripartenza” organizzato dal settore giovanile e scolastico del Friuli Venezia Giulia nel corso del 2021 ormai archiviato: un quarto posto nel Torneo Fair Play per la formazione Esordienti, una quinta piazza per i Pulcini nella Grassroots Challenge.
Entrambe, subito alle spalle delle squadre dei vivai più prestigiosi della regione. Merito dell’impegno dei giovanissimi calciatori e delle qualità dei loro tecnici, ma anche ovviamente del lavoro del responsabile del settore giovanile della Pro Gorizia Enrico Coceani. Ex mister biancoazzurro che ci ha raccontato il primo bilancio e le prime sensazioni di un ruolo così diverso rispetto a quello al quale era abituato, tra campo e panchina.
Enrico Coceani, qual è il bilancio di questa prima fase del tuo e del vostro lavoro?
Direi che abbiamo fatto piuttosto bene. Questa stagione segna l’inizio della ricostruzione del vivaio della Pro Gorizia, questo è il compito per il quale sono stato chiamato, e i numeri ci stanno dando ragione. Nel periodo autunnale siamo riusciti a creare due formazioni Esordienti, con le annate 2009 e 2010, e due Pulcini, annate 2011 e 2012. Poi ci sono 45 ragazzini tra Primi Calci e Piccoli Amici, per un totale di 85 calciatori circa nel vivaio, che si aggiungono ai 23 ragazzi della squadra Juniores. Un buon inizio, insomma”.
Per quanto riguarda te e il tuo nuovo ruolo, invece, quali sono le sensazioni?
Non sono affatto pentito di aver accettato un’esperienza che non avevo mai fatto, visto che con i giovani avevo lavorato solo a Mossa, a inizio carriera da allenatore, con la formazione Juniores. E’ un qualcosa che mi mancava, e anche se si tratta di un compito delicato e sicuramente dispendioso, complicato, le soddisfazioni che regala quando vedi i giovani che crescono sul campo sono impagabili. Sicuramente si tratta di un’esperienza che completa e arricchisce”.
Nessuna nostalgia della panchina, allora?
In questo momento sono contento di quel che sto facendo e concentrato sul mio lavoro. Un domani poi chissà, tutto potrà accadere, anche di tornare ad allenare, e sono convinto che l’esperienza che sto maturando come responsabile di un settore giovanile importante mi aiuterebbe anche qualora tornassi ad allenare i grandi”.
Certo in questi tempi segnati dal Covid non è facile gestire decine e decine di giovanissimi...
Sicuramente se avessi affrontato lo stesso compito in stagioni “normali”, senza pandemia, sarebbe stato più facile. I cambi di programma sono continui, ma possiamo contare su una grande collaborazione con i genitori, che sono molto responsabili e disponibili, e con i quali il confronto è continuo. Finora, toccando ferro, rispettando tutti i protocolli non abbiamo avuto problemi particolari”.
Quanto è difficile invece bilanciare l’obiettivo di crescere giovani uomini e di costruire futuri calciatori di qualità?
Il progetto che abbiamo presentato alle famiglie dei nostri ragazzi è quello di formare gli uomini del 2030. Questo vuol dire lavorare su valori quali il rispetto dei compagni, l’attenzione al percorso scolastico, il senso di responsabilità. Accanto a tutto questo, però, non deve mancare lo sguardo rivolto al campo, perché la speranza è di crescere giocatori che un domani possano ambire a giocare per la Pro Gorizia, in categorie importanti. E qui è fondamentale il ruolo di tecnici validi, che abbiamo la fortuna di avere a disposizione: a loro spetta il compito di dare ai nostri giovani basi tecniche solide, e permettergli di non avere lacune da colmare quando arriveranno nel calcio dei grandi”.
A proposito di giovanissimi e prima squadra, ce n’è qualcuno tra quelli che stanno emergendo, che in prospettiva potrà far bene?
"Abbiamo un gruppo di Juniores molto giovane, basato sui classe 2004, e i ragazzi validi non mancano. Se proprio devo fare qualche nome di elementi che hanno fatto vedere doti importanti, penso al trequartista Heron Forchiassin, al centrocampista Salvatore Ribaudo, e soprattutto al difensore Pietro Mosetti, che peraltro è il figlio dell’ex presidente della Pro Giulio, e pur essendo un classe 2006 è già entrato nel giro della categoria superiore alla sua”.
Per loro l’esordio con i “big” di Fabio Franti, in Eccellenza, non è ancora arrivato. Ma chissà che in un prossimo futuro i tifosi della Pro Gorizia non possano iniziare a familiarizzare anche con questi nomi. Quelli del domani biancoazzurro.

Credito Foto: Blazifotosport - Gorizia