di Barbara Castellini

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Due pareggi e una vittoria: è questo il primissimo bilancio in campionato della gestione di Gabriele Cioffi sulla panchina dell'Udinese. Un trend decisamente positivo che testimonia l'ottimo lavoro che sta svolgendo il tecnico fiorentino, tornato in Friuli lo scorso 25 ottobre dopo aver già guidato la compagine bianconera nel corso della stagione 2021-2022. Ospite lunedì sera a Tv 12, Cioffi ha parlato della squadra in generale, ma anche di alcuni singoli giocatori. Come Joao Ferreira, considerato poco più di un gregario fino a qualche giornata fa e ora diventato un elemento di grande affidabilità nell'undici friulano.

Joao nasce come terzino, adattato poi come quinto. La scelta che ho fatto domenica è di cercare una catena che andasse a mettere in difficoltà l'Atalanta. La richiesta a lui in particolare era di essere coinvolto nel gioco, ma non è stata una richiesta forzata, perchè gli viene naturale, è un giocatore di calcio, ha qualità”.

Decisamente rinato, invece, appare Lazar Samardzic, che a Monza, a Milano e in particolar modo domenica scorsa con l'Atalanta non solo ha messo in vetrina le sue doti tecniche, ma si è anche sacrificato per i compagni.

Abbiamo fatto un giochino dall'inizio. Io gli faccio “come si va con la palla?” e lui mi risponde: “forte” e ”come si va senza palla?”, lui risponde: “fortissimo”. Anche perchè se non va forte, ci sono dietro Zarraga, Lovric, Quina. Ci sono dei giocatori dietro. Secondo me l'ha capito e ha alzato lo standard suo. Io l'ho visto per la prima volta a livello, nel senso che a Monza ha fatto una grande partita di sacrificio, con poca qualità. A Milano ha fatto una partita di sacrificio e sprazzi di qualità, arrivando alla conclusione 3-4 volte, con l'Atalanta ha fatto una partita che è del suo livello”.

(foto Petrussi)